Ritardo

sampietrini

Camminava quanto più veloce le era possibile. I tacchi erano un impedimento non tanto per la loro altezza, il problema era che mal si adattavano al selciato di sampietrini che lastricava la strada del centro. Anzi ad essere precisi più che non adattarsi alla strada risultavano assolutamente compatibili con tutte quelle fessure in cui andavano pericolosamente a conficcarsi.

Sta di fatto che rischiava di arrivare tardi all’appuntamento e questo le metteva ansia. Un tempo per un appuntamento come questo si sarebbe tranquillamente fatta attendere, il tutto avrebbe dato un’aura di misterioso distacco al suo fascino, ma oggi le situazioni erano differenti, le occasioni meno frequenti e minore era pure la confidenza nella propria avvenenza.

«Carla!» all’inizio non ci fece caso «Carla!». La seconda chiamata era stata più secca e decisa. Si voltò in direzione della voce.«Che piacere incontrarti qui, Carla.» Francesca si stava dirigendo verso di lei e nonostante fosse ancora lontana già protendeva le braccia in un inizio di stretta affettuosa. «Non sai quanti giorni sono che avevo voglia di chiamarti!»

Arrivate a tu per tu si strinsero affettuosamente. I loro seni abbondanti furono compressi tra di loro e per qualche strano motivo quella stretta forte ed affettuosa mise Carla subito a disagio. Si staccò immediatamente e prese a dire:
«Ciao Francesca, è un piacere vederti anche per me. Devi scusarmi, ma non ho molto tempo perché sono in ritardo per un appuntamento. Ma sono molto contenta di averti incontrata. Come stai?»
«Tu sapessi, Carla. Quanto tempo è che ci conosciamo? Vent’anni?»
«Ventitré per la precisione.» Carla era sempre stata la più precisa e misurata
«Beh, in tanti anni non sono mai stata così male. Ho proprio bisogno di confidarmi con un’amica come te. Non so come comportarmi e volevo chiamarti già da alcuni giorni perché mi aiutassi a capire cosa devo fare.»
«Ma ci siamo visti appena qualche sabato fa a cena con il tuo Fabio e con quel cialtrone di Roberto. Te lo ricordi che scemo? Come si fa a rimanere senza benzina, come una donnicciuola senza cervello? Potevi prendermi in disparte e raccontarmi tutto e salvarmi per un po’ dalle grinfie di quel deficiente. Se non era per tuo marito che lo portava indietro a casa per primo …»
«Ecco appunto! Proprio Fabio …» Carla sembrava non capire. Francesca riprese subito la parola «Ho bisogno di parlarti di Fabio. Di me e di Fabio, non so cosa fare.»
«Dal tono della voce capisco che è una cosa grave e complicata.»
«Lo è!» disse Francesca, ma prima che riuscisse a continuare Carla riprese.
«Ne dobbiamo parlare con calma. Ti vedo sconvolta. Ma adesso proprio non ho tempo perché sono in ritardo. Mi dispiace.» mentre parlava, quasi a sancire la situazione, il telefonino di Carla sussultò per l’arrivo di un messaggio. Carla lo estrasse dalla borsa enfaticamente e nervosamente e lo infilò di nuovo senza leggere il messaggio. «Mi sa che devo proprio andare.»

«Fabio ha un’altra donna!» Francesca pronunciò le parole senza alcuna intonazione, ma gli occhi le si andavano inondando di lacrime. «Cioè non ne sono sicura. Ma da settimane ho questo sospetto.» Carla non sapeva bene cosa fare e le sembrò che abbracciarla fosse la cosa migliore.
«E’ troppo gentile. Molto più di un tempo. E fa l’amore con me come non lo facevamo da tempo.» Carla si ritrasse indietro come indispettita per il fatto che l’amica la stesse prendendo in giro. Francesca riprese. «Può sembrare sciocco, lo so, ma non lo è. Il modo con cui mi tratta … significa che ha un’altra, ne sono sicura.»

Un altro sms si fece strada dalla borsa di Carla, che con un ampio gesto quasi di scusa pescò il telefonino e tenendolo in mano disse.
«Ora devo proprio andare Francesca. Ma appena mi libero ti chiamo e ci mettiamo d’accordo per trovarci da qualche parte e parlare con calma. Mi dispiace. Ma non pensarci, vedrai, ne parliamo un po’, ti sto vicina, e con il mio aiuto vediamo di capire meglio e trovare una soluzione.» Francesca annuì con gli occhi gonfi ed un sorriso forzato, mentre Carla era già partita e con la testa voltata le dava un ultimo saluto carico di comprensione.

Fatti dieci passi, Carla rassettò la minigonna e con un gesto incurante degli altri passanti ammorbidì sul proprio seno la camicetta stropicciata dagli abbracci. Poi prese a rispondere all’ultimo sms:
“Scusa Fabio, un piccolo contrattempo, non andare via sto arrivando. Ti amo.” e già che c’era ne inviò un altro. “Ma sbaglio o eravamo d’accordo che non avresti fatto più niente con Francesca?”

17 thoughts on “Ritardo

  1. Diemme 26 Giugno 2015 / 9:26

    Secondo me tu dovresti fare una raccolta dei tuoi racconti, meritano. Comunque, mai credere agli uomini sposati che raccontano che non fanno niente con le loro mogli, che oramai ci convivono come con una sorella… mai successo che fosse vero! E poi, se ci scappa il figlietto, giurano e spergiurano che è stata quell’unica volta, una sera che avevano bevuto troppo…

    • FIK 26 Giugno 2015 / 14:53

      interessante … 🙂 sembra quasi che gli uomini facciano tutto da soli ….

    • pjperissinotto 26 Giugno 2015 / 15:15

      Grazie Diemme per l’apprezzamento per i miei racconti. A me di questo raccontino piaceva la storia della solidarietà femminile che a volte è assai fragile. Specialmente quando di mezzo c’è un uomo.
      Ma è sempre giusto osservare tutti i risvolti.

      • Diemme 26 Giugno 2015 / 15:30

        Ah ah ah ah, per la fragilità della solidarietà femminile quando si tratta di un uomo tu sai che apri una porta spalancata.. insomma, tocchi un nervo scoperto 😉

      • pjperissinotto 26 Giugno 2015 / 15:44

        🙂
        In un certo momento della mia adolescenza, per breve tempo, avevo immaginato che sarei potuto diventare uno scienziato. Poi per anni ho abbandonato l’idea. Oggi però, per caso, ho scoperto un nervo. 😀 Una specie di scoperta scientifica…
        Ci si potrebbe riflettere. 😀

  2. FIK 26 Giugno 2015 / 15:26

    Diemme ha ragione…. devi fare una raccolta dei tuoi racconti, PJ!
    Il Blog è un buon raccoglitore primordiale, ma a tendere devi fare una raccolta seria….

    In pratica apri il progetto RAT: Raccolta a Tendere 😀

    • pjperissinotto 26 Giugno 2015 / 15:46

      Per aprire un progetto di tipo XAT, si sa, ci vogliono i collaboratori giusti e la volontà di non arrivare a nessun risultato. 😉

  3. gigifaggella 1 Luglio 2015 / 12:57

    Racconto superbo PJ! Che oltretutto denota un’ottima conoscenza dell’universo femminile…ma su questo non avevo dubbi…ahahahah

    • pjperissinotto 1 Luglio 2015 / 13:35

      Troppo gentile, Gigi!
      Lo conosco così bene l’universo femminile che so bene che non lo si può veramente conoscere! 😀 😀 😀

      • gigifaggella 1 Luglio 2015 / 13:36

        ehehehehe ci fanno perdere la testa… 😉

  4. bezzigiulia 6 Luglio 2015 / 18:49

    Questo racconto lo ricordo letto a voce alta, in una serata invernale e con stupore mi sono detta: hai capito questo signore quant’è bravo?

    • pjperissinotto 6 Luglio 2015 / 21:49

      Troppo buona, Giulia. 🙂
      Quelle serate sono un ricordo sempre vivo.

  5. camille 29 Luglio 2015 / 13:59

    L’ho riletto a distanza di tempo…ed è ancora più bello della prima volta in cui l’ho letto. Mi sono commossa. Con certi tuoi racconti riesco sempre a commuovermi sono pieni di poesia… Anche questo è uno tra i miei preferiti.
    Complimenti per come hai descritto l’ansia frettolosa di Carla. Sembrava di viverla. Bravo 🙂
    E complimenti per come descrivi i fragili equilibri femminili… però diciamolo, noi donne siamo un soggetto imperdibile per un racconto!!! 😉

    • pjperissinotto 30 Luglio 2015 / 7:16

      Grazie, Camille. 🙂

      😀 Hai ragione. Voi donne siete perfette per i racconti. Siete volubili, variabili e contraddittorie. Con voi non c’è bisogno di inventarsi un finale a sorpresa per un raccontino che vi riguarda … viene da sé! 😀

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