Un difetto dei blog

Edera

Oggi passeggiavo tranquillo per le lande che frequento usualmente in questo periodo. Tra le altre questioni un po’ più rilevanti, pensavo anche a quale sarebbe stato il mio prossimo post. Ho una serie di raccontini, idee e altre sciocchezuole che aspettano di essere sviluppate e poi consegnate alle rotative virtuali del tasto Pubblica di wp.

Ma la verità è che in questi giorni non ho veramente voglia di raccontare niente. Non mi sento all’altezza dell’uscire dal banale. Mi sento come se fossi avvolto da un’edera che oscura tutto,  anche le antenne sensoriali.

In questo frangente la voglia di dire qualcosa diventa effimera e i pensieri sono rivolti soprattutto alla confusa introspezione.

Ora che di questo articolato mondo dei blog capisco qualcosa di più dello zero assoluto di qualche mese fa, devo dire che è una figata da molti punti di vista. E, se dovessi riassumere al massimo questo pensiero per non diventare noioso, direi  che credo tutto abbia a che fare con il rispetto, la libertà e la comprensione reciproca. Per lo meno nella maggioranza dei casi.

Il rispetto di chi scrive qualcosa nei confronti dei propri sparuti potenziali lettori, e, dall’altra parte, proprio i lettori, che leggono quando vogliono, con l’attenzione che si sentono di fornire in quel momento della loro vita, con lo spirito ugualmente aperto alla critica, alla suggestione, alla costruttiva valutazione, alla curiosa attenzione. Questa libertà e l’arricchimento nella comprensione che ne consegue è la vera anima del mondo blog e dello spirito che lo anima.

Ma, in giorni come questi, la predisposizione è ancora differente. Sarà l’atmosfera vacanziera che il popolo immerso nelle sue holidays immancabilmente trasuda anche in questi luoghi, saranno le piccole insignificanti storie personali che accadono nella realtà, sarà il repentino passaggio dal caldo torrido al fresco inatteso di questi giorni, difficile valutare. Il risultato finale è che in questi giorni mi è chiarissimo uno dei limiti più grandi di questo spazio virtuale dei blog.

Si sente la mancanza nel non avere a disposizione uno strumento blog che, all’occorrenza, diventi introspettivo. Che ti consenta, ogni tanto, di scrivere qualcosa non rivolto all’ignoto o alle altre persone intorno a noi, ma che sia esclusivamente indirizzato a tutti quei pochi o tanti io (c’è chi ne ha di più, chi ne ha di meno, ma tutti siamo un po’ multipli dentro noi stessi) che abitano la nostra mente e il nostro cuore. Si sente la mancanza di poter scrivere qualche parola, anche raffazzonata (tanto la comprensione dovrebbe essere facile, almeno così si spera), e lasciarla là a disposizione perché l’io di turno che ne ha voglia ed è ispirato, la possa leggere e dia i suoi consigli e i suoi commenti.

Immaginatevi se a fronte di un disagio, o un dubbio esistenziale, o lo scoramento, o l’entusiasmo, o l’amore cieco, potessimo lasciare arrivare gli io nascosti dentro di noi ad uscire allo scoperto, leggere quando ne hanno voglia,  comprendere e rielaborare, proporre, fare un passo avanti o uno indietro spontaneamente. Arriverebbe il Pj razionale, ancorato alla sua ottusa convinzione che due più due fa cinque, e rifletterebbe senza il bisogno di convincere nessuno su niente, l’io romantico che non si accanirebbe a punzecchiare questo nostro cuore più pervicacemente del mondo femminile intorno a noi, arriverebbe l’io sognatore e magari capirebbe che per questa volta è meglio tenere i piedi per terra, il Pj prudente o quello coraggioso che potrebbe finalmente convincersi che questo è il suo momento. E piano piano si farebbero sentire, così, senza una regola tutti gli altri. Il Pj bambino, quello serioso, quello burlone, quello stanco, il pilota esperto, il centauro mancato, lo sportivo alla Decoubertain, il Pj un po’ maligno, quello che vorrebbe bere un amaro prima di coricarsi e quello che fuma tranquillamente seduto in poltrona … E così via. Una cosa è certa. L’ipotetico blog di cui parliamo avrebbe davvero un sacco di followers.

Purtroppo un diario non sarebbe la stessa cosa. Equivale a mettere tutti i PJ che abbiamo dentro di noi nello stesso luogo e nello stesso tempo a discutere in una riunione troppo spesso ciarliera e improduttiva. Mentre lasciandoli ciascuno libero a sé stesso, senza vincoli di sorta e bisogno di interagire l’un l’altro, se ne vedrebbero, io credo, delle belle.

Chissà quanti commenti e osservazioni argute, tutte da rielaborare a posteriori per trasformare la nostra confusa introspezione in crescita ripida, rapida e produttiva.
Ecco cosa manca a questo mondo dei blog. Uno spazio completamente privato e incomprensibile al resto dell’Universo, dove far accedere in libertà qualche rara volta solo i nostri io interiori.
E se poi, vi chiederete, uno di loro perdesse la sua password di accesso?
(direi io) Sfiga! La password non si può recuperare e dovrebbe starsene buono senza rompere più le palle … per il resto della vita.

27 thoughts on “Un difetto dei blog

  1. Nuzk 2 Agosto 2015 / 21:37

    A qualcuno dei miei io divisi mi piacerebbe cambiare la password d’accesso mentre esce per una boccata d’aria….

    • pjperissinotto 3 Agosto 2015 / 5:46

      😀 😀 😀 Sono della tua stessissima opinione, cara Nuzk! 😉

  2. Aida 2 Agosto 2015 / 21:42

    Beh sarebbe bello rileggersi senza il giudizio di qualcuno, ma in tal modo dovremmo sdoppiarci e risdoppiarci fino a quando saremo così tante persone da rappresentare ogni categoria di follower che più ci si avvicina… Io ho già una doppia personalità e con ciò riesoc a gestire quel lato psichico che rischiava di sopraffare…. Ecco per me il blog non è un diario, ma una rappresentazione dell’altra me che non può o non vuole uscire allo scoperto…

    • pjperissinotto 3 Agosto 2015 / 6:01

      Cara Aida, se hai una doppia personalità e basta sei già fortunata a mio modo di vedere. A me, con il tempo, è apparso chiaro che dentro di me ci sono molte voci distinte che di volta in volta, di situazione in situazione cercano di prevalere. Di tutto questo mio naturale conflitto interiore, l’effetto è che spesso si fa fatica ad essere concreti, lineari e, diciamolo così senza calcare troppo la mano, felici. L’armonia tra quello che facciamo e quello che abbiamo dentro non è sempre facile.
      Non è nemmeno una questione di rileggere quello che scriviamo sul blog, è soprattutto necessario trovare un modo per essere noi stessi senza troppi conflitti interiori. Ad esempio nel tuo caso, l’altra Aida che non può o non vuole uscire allo scoperto … di fatto è già un po’ uscita sulle pagine del tuo blog e credo che la cosa ti faccia stare meglio. Non è la vita reale, dirai tu. Vero. Ma chi ti conosce solo nella vita reale, secondo me, rischia di perdersi qualcosa di importante di te.

      • Aida 3 Agosto 2015 / 16:24

        Io credo che le mille personalità di cui tu parli siano frutto dell’esperienza che ti trovi alle spalle. In fondo ciascuna dovrebbe corrispondere (a mio modesto parere) ad un lato della tua vita che ti ha lasciato uno choc, positivo o negativo che esso sia. Allora, di fronte ad un’esperienza esce una parte di noi che non credevamo possa esistere. Conosciuta la mettiamo da parte per poi tirarla fuori al momento opportuno. Difficile gestire la cosa… Sarebbe come resettare il lato mnemonico che ci appartiene!

      • pjperissinotto 3 Agosto 2015 / 16:41

        Questa tua lettura dei molteplici io che mi ritrovo, ha un senso ed è estremamente interessante. Osservazione su cui riflettere. 🙂

  3. Fik 2 Agosto 2015 / 21:58

    Come dice Aida il problema è la duplicazione delle personalità, si rischierebbe il ennepolarismo….
    Meglio il blog, magari puoi commentare i tuoi stessi post ?

    • pjperissinotto 3 Agosto 2015 / 6:09

      Sarebbe una bella idea commentare i miei stessi post:-D
      Ci farò un pensierino … magari lo faccio con una serie di avatars: pj1, pj2, …., pjn.

  4. camille 2 Agosto 2015 / 23:22

    Mi chiedevo che immagine avrebbe prodotto la camminata di oggi lungo quel rivo che non sappiamo se sei tu a seguire, durante il tuo accanimento chilometrico, o se è lui ad accompagnare te e il tuo fluttuare di pensieri (o pensate! 😉 ).
    Qualche elemento mi aveva fatto intuire che oggi sarebbe arrivato un post! 😉
    Bella l’immagine dell’edera che “oscura tutto, anche le antenne sensoriali” (oltre a quelle della TIM!)
    E bella anche l’immagine della “consegna alle rotative virtuali del tasto pubblica”.
    Ma… se esistessero veramente tutti questi multipli io, avrebbero davvero voglia, uno dei tanti IO, noti o completamente sconosciuti, che hanno commentato un post di rileggerli in bacheca il giorno seguente? Perché è facile lasciarli commentare, ma è difficile rileggerli a posteriori. Io farei fatica a permettere a qualche io di rileggersi… e forse proprio in questo sta la molteplicità: a rileggere, il giorno dopo sarebbe un altro io… pronto per un nuovo commento!
    Bellissima l’immagine della password perduta. Molto molto acuta e sagace.
    Per fortuna il PC ci aiuta a memorizzarla! Altrimenti io sarei sparita da WordPress da un pezzo!
    😉 😀

    • pjperissinotto 3 Agosto 2015 / 6:21

      Letto il tuo commento, cara Camille, sospetto che anche tu sia affetta da multipli io. 🙂
      Gli io non dovrebbero rileggere quello che commentano. Commentano e basta. Poi sarebbe Pj a tirare con calma le somme di tutti i commenti. E decidere qualcosa.
      Ad esempio ad un post sul blog interiore dal titolo “Dove mandiamo Pj in vacanza dopo ferragosto”. Il pj stanco scriverebbe una cosa estremamente avventurosa tipo “a letto a caccia del sonno perduto”, quello pilota direbbe “facciamogli fare una puntatina in una spiaggia dello ionio”, quello impavido direbbe “a Gardaland nella casa di Prezzemolo” e così via. Alla fine si tratta solo di scegliere qualcosa in mezzo al marasma. 😀

  5. gigifaggella 3 Agosto 2015 / 0:46

    Molto sottile questa tua pirandelliana riflessione PJ. E meno male che non volevi uscire dal banale… E’ verissimo che quando si scrive, lo si fa molto per gli altri più che per se stessi, ma è anche vero che il prodotto di quel momento è sempre il risultato dell’io di turno…incazzato, felice, vendicativo, riflessivo, profondo, ubriaco ecc… e può succedere che l’io che lo legge, magari, due giorni o due ore dopo, sia un altro, quindi riesca a leggerlo con occhi diversi da quello che lo ha scritto. Poi, il freno del “pubblico” credo sia davvero difficile da togliere e nessuno potrebbe riuscirci completamente… Infine mi sembra che tra lettori di una certa capacità si riesca a riconoscere la caratteristica dello stato d’animo del momento… 😉

    • pjperissinotto 3 Agosto 2015 / 6:28

      Sottile e condivisibile anche questo tuo commento, Gigi. Molto vera anche la riflessione sullo stato d’animo del lettore che spesso traspare dai suoi commenti e non solo.
      La ricchezza della realtà si nasconde nelle mille sfaccettature con cui la singola discussione si sviluppa.

      • gigifaggella 3 Agosto 2015 / 10:18

        Grazie PJ. Il punto che va focalizzato, secondo me, è se si scrive più per gli altri o più per se stessi…il primo caso è quello classico degli scrittori, i quali, se vogliono vendere libri, devono andare incontro a quelle che sono le mode del momento. Scrivere libri sullo stile delle varie “sfumature” a me farebbe orrore, ma, se mi facesse vendere milioni di copie, non mi dispiacerebbe… 🙂 Un blog, invece, dovrebbe essere per sua stessa natura più introspettivo, ma, come avrai certamente notato, si tende molto a scrivere per aumentare il bacino dei followers, sul più classico Facebook style… Buona giornata amico mio…

      • pjperissinotto 3 Agosto 2015 / 14:13

        Fortunatamente il confine tra scrivere per aumentare i propri followers e scrivere anche solo avendo rispetto di coloro che impiegano il loro prezioso tempo per leggerci è spesso difficilmente individuabile.
        Buona giornata, Gigi 🙂

  6. Diemme 3 Agosto 2015 / 10:04

    Per la risposta mi accodo all’intervento di Gigi, perché rispecchia in parte quello che ti volevo scrivere. A me, a volte, purtroppo troppo raramente, capita di rileggere dei post passati (in otto anni ne ho scritti credo duemila, in stati d’animo a volte simili e a volte diversi), e i miei veri (e vari) “io”, che non sapevo di aver lasciato liberi, li ho ritrovati tutti là, tutti, non se ne era perso uno; è stato impressionante ritrovarsi per certi versi sempre uguale, quando ero sicura che certi sentimenti per me erano nuovi, mai provati prima, e certe volte invece così diversa, quando avrei giurato sulla mia anima e su mia figlia che certe cose no, io non le avevo mai neanche pensate, mai provate, figuriamoci scritte.

    Io, caro Pj, penso che i tanti te siano già qui…. 😉

    • pjperissinotto 3 Agosto 2015 / 15:00

      Un bel commento, cara Diemme.
      Anche se adesso tutti i miei io sono agitati perché si sentono come se fossero stati smascherati. 😀

  7. silviacavalieri 3 Agosto 2015 / 12:12

    Per quanto mi sia simpatico, trovo questo tuo immaginario blog molto “rumoroso” e faticoso. In realtà una bella conferenza sotto un albero dalla gran chioma che garantisca ombra e frescura, cui invitare simultaneamente tutti gli io della tua multisfaccettata personalità, potrebbe vantaggiosamente ridurne il numero, non perché li tolga di circolazione, non perché li metta a tacer con un’azione di dissuasione violenta, ma perché, anzi, potrebbe farli collimare grazie ad un’azione di mediazione e conciliazione. Chissà che, alla fine dell’incontro tu non ti ritrovi, con compiaciuto stupore, se non proprio solo, appena trino, come contemplato dal buon Freud? Tempo per se stessi e meditazione, riducono i contrasti interiori, che tu così argutamente descrivi. Leggendo quel che scrive Diemme, voglio dire che trovo la sua esperienza straordinariamente simile alla mia. Ho fortunosamente ritrovato vecchi diari e lettere mai spedite, stralci di racconti mai finiti e, rileggendoli, io, che credevo di avere scoperto una mia filosofia e trovato un nuovo assetto interiore nel corso degli anni, io che ero convinta di concepir pensieri originali rispetto al mio passato, mi sono ritrovata incredibilmente identica a me stessa! 🙂

    • pjperissinotto 3 Agosto 2015 / 15:05

      Splendida testimonianza questa tua, Silvia. 🙂
      Io non so se nel mio caso gioverebbe metterli tutti in un mega ritrovo sotto la fresca chioma di un grande albero. Gli alberi mi ispirano pace e vita, ma temo che io di mio sarei più dello spirito di Nuzk: meglio far fuori preventivamente qualcuno dei miei io più scomodi e conflittuali.
      In ogni caso la tua conclusione è perfetta, noi siamo e rimaniamo soprattutto noi stessi! 🙂

  8. SpiragliDiLuce 5 Dicembre 2015 / 1:07

    A me è capitato, non solo rileggendo il blog, ma anche il diario (col blog ho solo un anno di esperienza, ma col mio diario personale vado per il quattordicesimo….) di intravedere chiaramente gli io sofferenti che giacevano a volte persino sotto a parole apparentemente allegre. Stranissimo perché quando scrivevo quei testi, non mi percepivo in quel modo…sentivo magari una qualche forma di vago malessere, ma non avrei certo detto di “stare male”, che quel io stesse male. L’io di qualche anno/mese dopo, però, li “sgama” sempre, questi io depressi passati…chissà cosa dirà il me stesso di fra qualche anno di questo stesso commento che sto lasciando, mamma mia….

    • pjperissinotto 5 Dicembre 2015 / 8:27

      Io molto difficilmente rileggo le cose che scrivo. Chissà? Forse proprio per quello che dici tu, ci si rilegge, e si scopre la sofferenza interiore di cui non avevamo nemmeno chiara coscienza mentre scrivevamo. L’unica cosa che riesco a rileggere sono i racconti, non so come mai, su quelli, forse proprio perché essendo racconti tendono ad essere già filtrati, la rilettura non mi pesa.
      Comunque ho una certezza, non devi preoccuparti del futuro quando l’eventuale io che rileggerà questo tuo commento tra qualche anno, darà il suo parere: il commento è bello. E in ogni caso, potremo avere compassione di noi stessi, schernirci simpaticamente un po’ di qualche nostra ingenuità, ma tratteremo sempre il nostro io remoto con un occhio di riguardo. 😉

      • SpiragliDiLuce 5 Dicembre 2015 / 13:11

        Giustissimo, non sai quante coccole do a questi miei “io” passati, hehehehe, quando vuoi passare a dare un’occhiata agli spiragli, sei il benvenuto 🙂

      • pjperissinotto 5 Dicembre 2015 / 13:19

        Sono passato in passato e ripasserò sicuramefut presto prestouro 🙂

      • SpiragliDiLuce 5 Dicembre 2015 / 13:31

        hehehe, grazie mille allora…anch’io ripasserò… 😀

    • Diemme 5 Dicembre 2015 / 9:15

      E proprio vero, siamo tutti sotto uno stesso cielo! Io vi leggo, intendo leggo tutta la gente che scrive sul web, ma anche che si racconta nella vita privata, e riconosco le mie impressioni, i miei sentimenti, le mie considerazioni…

      Aveva ragione umberto Saba, nella sua “Capra”: “Perché il dolore è uno, ha una voce e non varia”.

      Buon fine settimana a tutti!

      • pjperissinotto 5 Dicembre 2015 / 12:33

        Comunque, come ben sappiamo, nella vita non c’è solo dolore. E forse il dolore è uno, ma le felicità sono tante e tutte personali.
        Buon week end!

      • SpiragliDiLuce 5 Dicembre 2015 / 13:12

        Esatto, cambiano solo le sfumature nei modi di esprimerlo. Buon fine settimana a te!

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