Un racconto dal passato

Girasoli

Oggi facciamo un piccolo salto nel passato. Era un tempo lontano in cui, ricordo con una certa nostalgia e tenerezza, amavo rallentare una parte delle mie giornate adolescenti all’ombra di tre tigli nel giardino di casa quando il frinire delle cicale si faceva assordante.
Trascorrevo le ore calde estive, passando dall’amaca, che si faceva sempre più molla fino a sfiorare il suolo, ad un tavolinetto da picnic, su cui immancabilmente troneggiava la macchina da scrivere.

La dinamica era sempre la solita. Mi distendevo sull’amaca, ondeggiavo un po’ facendomi ferire qua e là da qualche insidioso raggio solare che filtrava tra le fronde, e poi mi facevo prendere dalla nausea. Ho sempre sofferto di mal di mare. A quel tempo, poi, vomitavo anche in monopattino, e il nauseante ondeggiare dell’amaca era una specie di monito della vita come se ne trovano tanti, un vorrei dondolarmi ma non posso, per incominciare a prendere dimestichezza con le questioni chiave dell’esistenza. L’amaca dunque mi serviva solo per farmi illuminare da qualche idea e per fuggire subito sulla seggiolina di legno a ridosso del tavolino e incominciare a scrivere qualcosa.

Questo ricordo è ritornato vivo per una “coincidenza”. Qualche giorno fa leggevo un blog e ho trovato questo racconto, Il campo di girasoli. Il blog in questione lascia spazio a molte riflessioni, ad iniziare dalla didascalia del blog che da sola è un racconto che può lasciare il segno, per poi continuare con altri blog collegati come questo, dove la sensibilità di ognuno di noi può sbizzarrirsi su temi di cui io non son bravo a parlare.
L’idea del racconto “Il campo di girasoli” è bella e mi ha riportato alla memoria una vecchia storiella nata vicina a quell’amaca, sotto l’ala protettiva di quei tre vecchi tigli, immortalata poi da una macchina da scrivere in attesa che strumenti più flessibili e virtuali come i computer la rendessero quello che è: una manciata di minuti di un ragazzetto sognatore che giocava a fare lo scrittore di fantascienza. E qui di seguito trovate quel che rimane di quel gioco. Una costruzione Lego della fantasia libera di quel ragazzetto.

Racconto non datato scritto in prossimità degli anni ’80.

I GIRASOLI 

– Vedi, l’uomo ha una grandissima dote che è la fantasia- disse lo scrittore al suo amico- e fintanto che potrà godere di questo grande dono, uno scrittore di fantascienza avrà sempre del buon materiale per le sue opere.

        – Sarà …, sarà …, ma per me non potrete continuare a lungo a scrivere le vostre sciocchezze, ancora poco e la gente si stancherà di tutte queste idiozie- sentenziò l’ amico con aria di sufficienza.

        – Perchè poi, non capisco!-

        – Ma è semplice: vi gongolate in altri mondi, in astronavi supergiganti, in esseri mostruosi in situazioni paradossali, in invenzioni talmente fantastiche da essere fin puerili; no, caro mio, la fantascienza sta per morire, e con lei morirà anche il tuo nome. Verrò al tuo funerale, ti va?-

        – Proprio non ti andiamo a genio noi scrittori di fantascienza, vero!-

        – Fosse solo per voi, sarebbe niente. Sono le sciocchezze che scrivete che mi fanno imbestialire: sempre le solite idiozie targate futuro, futili ed inutili, a volte neanche scritte bene. Ne ho lette alcune per il passato, carine sì, originali anche, ma insipide, noiose, pericolosamente insignificanti. La Divina Commedia: ecco cosa val la pena di leggere; o Foscolo, Shakespeare, Leopardi; non certo Asimov, Brown, Moore Williams o altri della vostra stirpe.-

        – Ti confesserò che ho sempre considerato limitate e ottuse le persone che non riescono a comprendere la bellezza della fantascienza. Denota scarsa elasticità, poca predisposizione ad accettare le inevitabili conquiste del futuro e sopratutto indica una grave mancanza di fantasia e, in parte, anche di intelligenza! Quanto poi alla Divina Commedia io l’ho sempre considerata un grande poema di fantascienza, parto di una fantasia sfrenata. – la sua voce denotava un innegabile orgoglio.

        -Voi scrittori vivete tra le nuvole, e sparate idiozie a destra e a manca.- la voce dell’amico sembrava un po’ irritata. Si sentiva forse preso in giro- Vi alimentate delle baggianate che voi stessi scrivete.-

        – Beh, almeno noi siamo autosufficienti; crediamo nella scienza ed esploriamo in essa quello che gli scienziati non si sentono ancora di valutare e ci permettiamo di tentare modestamente l’ignoto senza pretesa alcuna. Ci divertiamo e divertiamo anche coloro che ci leggono. E tutto è bene quel che finisce bene!-

        – Solo che siete destinati a morire presto, come scrittori s’ intende!- la sua voce era di nuovo tranquilla; la discussione in fondo era sempre amichevole- Presto l’ originalità, che è la vostra unica arma, vi abbandonerà.-

        – Dici? – chiese con aria poco convinta- Ma fino ad allora avremo vita certa. –

        – Sino ad allora solo! Non certo di più- si sentiva un po’ crudele come amico.

        – Ma è proprio questo che cercavo di farti capire prima! L’ originalità non verrà mai meno, mai! L’ uomo sogna sempre, fantastica e crea dal nulla cose sempre nuove. Dammi un titolo e ti scrivo un racconto rapido rapido. Dammi il peggior titolo che ti viene in mente e ti dimostro che non è poi così difficile inventare qualcosa di originale.-

        – Okay, okay! Fiat voluntas tua! Vediamo un po’ … Il calendario. Ti va come titolo? No è troppo facile. Oh ecco I Girasoli; tiè, proprio perché mi sento buono! Scrivimi un racconto con titolo “I Girasoli”-

        – Contentissimo!- era veramente contento- Vieni con me nello studio, prendo la macchina, ci penso dieci minuti e poi ti scrivo questo racconto, breve però.-

        – Breve, lungo, largo, stretto, cosa vuoi che sia? Qui ti voglio.-

        Si avviarono nello studio e lo scrittore piombò in una silente meditazione. L’ amico lo disturbava con battute e risate, frutto della sua amichevole avversione.

        Mezz’ora dopo il racconto era terminato.

        – Ecco è pronto- disse lo scrittore con una certa soddisfazione- Tu lo leggi non voglio neanche sapere cosa ne pensi. Te lo regalo come ricordo, se lo vuoi, bene inteso. Quando hai finito me lo dici, che ce ne andiamo fuori subito a farci una birra. Okay? –

        – Okay! – e incominciò a leggere:

 “Come mai nessuno se ne era mai reso conto prima? Era un vero mistero. Come non accorgersi che gli dei esistevano davvero, che vivevano così vicino all’uomo? Gli dei dell’Olimpo erano stati il frutto dell’immaginativa degli antichi Greci, il Dio cristiano perse presto il suo carisma dopo quell’ultima insospettabile scoperta, così pure Allah e Budda vennero sopraffatti velocemente dall’evidenza degli Nuovi Dei.

        Anche di questi ultimi però era la colpa se non erano stati riconosciuti prima. Evidentemente avevano avuto le loro buone ragioni. Sì, doveva esser proprio così. Dovevano aver avuto le loro ragioni.

        Dapprima vi fu una generale incredulità, ma tutti poi si piegarono all’evidenza dei fatti. Fu un duro colpo in verità per tutta l’ umanità al di sopra dei sedici anni, segnò la crisi di tutte le loro credenze. Nessuno prima avrebbe potuto immaginare che gli unici veri Dei erano i girasoli. Anzi i Girasoli: era peccato ora non usare la maiuscola.
In molti rifiutarono di accettare questa nuova realtà. Morirono tutti: vi fu chi si suicidò, altri invece conobbero altre morti, incidenti soprattutto, strani, violenti incidenti.

        I Girasoli, proprio loro, erano gli Dei; era buffo, proprio buffo. La vita dell’uomo cambiò più di quanto fosse prevedibile; le scienze conobbero una lunga crisi; la fisica subì una vera e propria rivoluzione, ma non si riuscì più ad aggiustarla bene: sì, perché il primo ad ipotizzare l’idea che i Girasoli fossero gli Dei fu un biologo, il quale si accorse che non erano i Girasoli a girare il loro capolino verso il Sole, bensì era quest’ultimo a seguire i Loro moti.”

        L’amico piegò perplesso il racconto, lo mise solennemente in tasca senza pronunciar parola; i due si avvicinarono alla porta di casa, l’aprirono ed uscirono in silenzio, addentrandosi nella fitta nebbia di Padova.

13 thoughts on “Un racconto dal passato

  1. unazzurrocielo 10 Ottobre 2015 / 14:41

    Sorprendente! Veramente sorpresa per quanto i girasoli ci abbiano ispirato idee piuttosto simili!!!!
    Grazie!!!!!

    • pjperissinotto 10 Ottobre 2015 / 17:20

      Grazie a te!!! Ora capisci bene quanto io sia rimasto sorpreso leggendo qualche giorno fa il tuo “Campo di girasoli”. 🙂

  2. Silvia 10 Ottobre 2015 / 16:43

    Molto bello e particolare, buon fine settimana! 🙂

  3. gigifaggella 10 Ottobre 2015 / 19:48

    Sembra un raccontino ma fa riflettere… Dici che dopo l’era dell’acquario dobbiamo aspettarci l’era dei girasoli?

    • pjperissinotto 10 Ottobre 2015 / 19:52

      Non si sa mai … ma di sicuro qualcosa di inaspettato arriverà.

      • gigifaggella 10 Ottobre 2015 / 19:56

        quello lo spero…qualcosa si sta muovendo oltre ai girasoli… 😉

  4. camille 11 Ottobre 2015 / 8:55

    Complimenti! Molto bello, e molto bella la disputa iniziale tra scrittori…Quasi quasi mi dispiace che l’hai conclusa così presto interrompendola con un racconto nel racconto.

    Per fortuna soffrivi il mal di mare, altrimenti saresti rimasto interi pomeriggi sull’amaca lasciandoti sprofondare, dal dondolio, nell’oblio del sonno, anziché produrre racconti.
    Niente male per un ragazzino. 😉

    • pjperissinotto 11 Ottobre 2015 / 10:48

      Già la disputa tra appassionati di fantascienza e agnostici del fuuro è sempre attuale.
      Grazie mille, Camille.

  5. La il@ 12 Ottobre 2015 / 9:47

    Complimenti alla fantasia..! ..e il bello è che non guarderò più allo stesso modo i girasoli! 😀

    • pjperissinotto 12 Ottobre 2015 / 10:19

      😀 Già dobbiamo essere prudenti con questi girasoli.
      Tra l’altro, se ricordo bene, sei proprio parte attiva nella sequenza di eventi che ha fatto tornare alla ribalta queste storielle sui girasoli. La cosa mi fa simpatia.

      • La il@ 12 Ottobre 2015 / 11:43

        ..sì, ho notato che i blog citati son collegati a un post pubblicato poco tempo fa.. 😉 ..fa simpatia anche a me 😉

      • pjperissinotto 12 Ottobre 2015 / 12:15

        Questa è la prova che le tue sollecitazioni possono andare molto al di là di dove si può pensare. 🙂

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