Ligths out

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Divagazione introduttiva

Era molto tempo che non andavo al cinema a vedere questo genere di film.

Nella mia esperienza il genere horror si presta a cocenti delusioni: mi può appassionare moltissimo, ma troppo spesso sconfina sui binari della scontatezza o peggio cerca di generare la tensione spingendo su cliché triti e ritriti come l’uso dei bambini per alimentare la paura attraverso l’uso improprio della compassione e della naturale affettività delle persone adulte. Questi espedienti da sempre li ritengo davvero una codardia.
Per questo mi avvicino al genere horror solo con parsimonia e con una certa diffidenza. Nonostante questo la delusione è sempre dietro l’angolo.

Per il film Ligths Out la prudenza era al massimo, così come la predisposizione all’insoddisfazione. Il trailer l’ho trovato molto accattivante, ma i commenti sparsi in giro sul web erano tutt’altro che incoraggianti, e quindi, come spesso succede, il film l’ho visto più per una coincidenza di eventi che per determinazione.

C’era un’ultima questione che mi frenava. Uno degli ultimi film horror visti al cinema (così capirete quanto tempo fa è accaduto) era Drag Me To Hell. Un film a cui sono molto affezionato. E quando ti affezioni ad un film di una certa tipologia e di una certa fattura per un genere cinematografico si ha quasi paura di rischiare di scalzare le emozioni e la predisposizione che ti ha lasciato. Ma in questo caso, non mi posso proprio lamentare. I commenti lasciati sul web, a mio avviso, erano un po’ troppo severi, poco lungimiranti. In questo film ho trovato originalità sopra la media, tensione in giusta misura, non fine a sé stessa ma armonica con la storia e qualità molto sopra la media del genere.

Il Film

L’idea del film non è niente male. Una rivisitazione originale e intensa della paura del buio. Già questo risultato vale qualcosa.

Il film ha un ritmo continuo, senza eccessi, ma anche senza pause e non si rimane mai ad aspettare che succeda qualcosa. Nel genere horror, una parte della sua intensità dipende dal fatto che lo spettatore si aspetta sempre che stia per accadere qualcosa che sconvolga la sua pace. Una parte del “terrore” è quella che lo spettatore cova dentro se stesso. Anche in questo film accade tutto nella stessa maniera secondo i paradigmi classici dell’horror. Ma tutto ciò che avviene, o quasi, è un po’ diverso da come ce lo si aspettava.

La qualità del film forse è proprio da ricercare in questa sua aderenza ai classici del genere, mantenendo lo spazio per trovare espedienti sempre un po’ nuovi allo sviluppo della tensione. La coppia di attori che impersonano i due fratelli non è male. Il ragazzino è molto bravo, così come la sorella. Effettivamente il film, con poco di più, sarebbe potuto diventare un cult. Finisce un po’ di corsa, in una maniera largamente prevedibile, e questo è il suo limite più grande, concedendosi verso la fine lo spazio per uno svarione improbabile rispetto al resto dello suo svolgimento sempre molto credibile in ogni dettaglio.

Probabilmente dieci o venti minuti di film sviluppati ad intrecciare qualche possibile finale alternativo aumentando la costante tensione dello spettatore avrebbero reso questo film molto più incisivo. E’ un peccato. Perché le idee erano buone e la fattura non era affatto male, con i tempi della paura scanditi con esperienza.

3 thoughts on “Ligths out

  1. Marina S. 27 Marzo 2020 / 12:19

    Caro PJ o JP…non ricordo, che problemi di memoria!
    Eppure la nostra memoria è così selettiva, che ben ricordo un film visto anni fa, nel 2005 (conosco con certezza la data perchè associata ad un periodo particolare della mia vita)…dicevo un film, non direi horror, ma “un film di paura”, come si diceva tempo addietro qui da noi.
    THE OTHERS, con la ben riuscita interpretazione di Nicole Kidman. Giocato sull’ambiguità tra esseri viventi e anime, tra vivi e morti che hanno una loro esistenza parallela.
    Davvero un bel film, a mio avviso. Da quella sera ebbi paura di dormire al buio, come un bambino, paura di sentire sul volto, nel sonno, una carezza sconosciuta. E così accesi una fioca luce nella mia stanza, che per abitudine accendo ancora oggi, tutte le sere.
    La memoria se ne va, la paura rimane. La luce.

    • Pj 28 Marzo 2020 / 8:04

      Buongiorno e benvenuta Marina, è una bella immagine quella che hai dipinto. Anche a me The Others è piaciuto molto e mi ha lasciato forti sensazioni quando l’ho visto molto tempo fa. Dei film che mi piacciono tendo a dimenticare volontariamente la trama, così quando li rivedo sono sempre un po’ nuovi e ne apprezzo nuovi aspetti. Per alcuni di questi, poi, inizio ad imparare a memoria anche i dialoghi e allora si entra in uno stadio ancora diverso. Un caloroso abbraccio!

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