I due microbi

Ingranaggi

Romt era un microbo che viveva sulla punta di un dente di un ingranaggio dentro un orologio da polso, massiccio, tutto d’acciaio, cinturino incluso. Giovanna, la proprietaria dell’orologio, non aveva la benché minima idea della sua esistenza.

Romt era un compagnone. Era esuberante e pieno di vita, trascinava tutti con il suo buon’umore e aveva in ogni situazione lo spirito giusto per entusiasmare. Gli capitava spesso di passare intere giornate raccontando la barzelletta che piaceva a tutti, quella sul mitocondrio innammorato, che scatenava intorno a lui la più viva ilarità e faceva assiepare addosso a lui le altre microbine che abitavano quel luogo dell’Universo che loro chiamavano casa. Dopo il divertimento gli piaceva molto donare sé stesso attraverso i peduncoli che pescavano dritti dritti dentro di lui le sue catene di DNA. In quei momenti provava qualcosa di profondo che gli sembrava desse un senso preciso alla sua vita. Questo estrarre pezzi del suo io più recondito e autentico per donarli a chi gli stava vicino, gli creava una sensazione come di eternità.
E spesso si perdeva a guardare il panorama sopra di lui, immerso in queste sensazioni, pensando a futuri momenti ancora differenti dal passato.

Gult era una microba che viveva nell’avallamento tra due denti di un ingranaggio dello stesso orologio. Giovanna, pur non conoscendo l’esistenza nemmeno di Gult, viveva bene lo stesso.

Gult era una tipa schiva. Non dava confidenza a nessuno, e passava tutto il tempo sempre intenta nelle sue faccende con lo sguardo rivolto verso il basso. Nulla la distraeva e nulla la interessava veramente.
Ma quel giorno fu presa da una sensazione strana. Le sembrava di percepire come se il suo tempo stesse cambiando, come se ci fosse qualcosa di nuovo, mai provato prima, da assecondare. Alzò allora lo sguardo e lo vide da lontano. Era tutto un movimento armonico, tutto un fermento di energia ed entusiasmo. E i rumori lontani che arrivavano dal suo luogo erano di allegria e spensieratezza.

Gult non era mai stata attratta dalla mondanità, non si era mai interessata alle leggerezze e il suo occhio era sempre stato ancorato alla levigata superficie di casa sua. Ma quel giorno alzò lo sguardo e sorrise, perché quel personaggio lontano di cui non conosceva nemmeno il nome, aveva qualcosa di straordinario, aveva un fascino che lo rendeva importante. Non era perché si atteggiava a capetto animatore della sua brigata, si vedeva che laggiù dove viveva era l’idolo di tutti. Ma questo non significava niente. Era la dolcezza con cui alzava lo sguardo nella sua direzione che la colpì. E i giorni che seguirono lei non fu più quella di prima.

Romt la notò subito. Gli occhi alzati avrebbero potuto fermarsi su mille obiettivi differenti, invece non ebbe nemmeno modo di razionalizzare, fu rapito da quella vista e su di essa si concentrò come mai gli era capitato nella vita. Non sapeva nemmeno spiegarsi perché. Era una microba dall’aspetto dimesso e quasi ordinario, si capiva che era una tipa schiva e non predisposta ad appassionarsi alle caratteristiche goliardiche del suo carattere. Tuttavia aveva una bellezza che andava oltre l’estetica, rispondeva ai suoi ondeggiamenti con impercettibili movimenti in sintonia perfetta con lui. E queste non sono armonie che si incontrano tutti i giorni.

I loro ingranaggi regolavano la fase lunare dell’orologio e il loro avvicinamento fu lento e sempre più carico di passione attesa e complicità. In tutto quel periodo, Romt raccontò la sua barzelletta preferita da tutti con un po’ meno partecipazione del solito e fece fatica a dar retta a tutti i suoi amici che cercavano di trascinarlo nella mischia del divertimento. Spesso non si faceva nemmeno coinvolgere finché da lontano, ma ogni giorno sempre più vicino, Gult non gli faceva un cenno con un sorriso di lasciarsi andare a chi lo cercava così insistentemente.
Gult, dal lato suo, sempre più spesso abbandonava le sue faccende per ammirare l’avvicinamento di quel microbo così affascinante e spavaldo, che arrossiva con tenerezza quando la guardava.

Da poco erano riusciti a scambiarsi reciprocamente i nomi e già pregustavano l’imminente momento dell’abbracciarsi stretti, quando Giovanna stava attendendo con  impazienza l’arrivo dell’amico che non vedeva da tempo. I suoi ricordi erano un po’ offuscati, ma non si ricordava che fosse persona da dover aspettare così tanto tempo. L’impazienza virava velocemente all’insofferenza e il giornale, che stava sfogliando distrattamente nell’attesa, le ricordò che la fase lunare di quel giorno sarebbe stata una bella luna piena e non quella falce appena accennata che riportava il suo orologio.

Armeggiò allora sulla rotella dell’orologio finché la fase lunare non fu posizionata su una bella luna piena e ne trasse quel po’ di soddisfazione utile per dimenticare il disagio del ritardo del suo imminente partner. Soppesò sul polso l’orologio d’acciaio. E il peso greve del metallo le dette  una piacevole sensazione un po’  bondage, che la fece eccitare e sorridere al pensiero che nessuno avrebbe conosciuto il suo piccolo segreto.

Gult e Romt ebbero un incontro intensissimo e sconvolgente. Ma molto, molto veloce, e dovettero fare subito le loro scelte. Gult capì subito che il mondo di Romt non poteva fare per lei. Sarebbe sempre stata un pesce fuor d’acqua, intenta in faccende che gli altri non avrebbero potuto né comprendere, né apprezzare. Romt avrebbe dovuto decidere se abbandonare la sua casa, le sue amicizie, i festini in cui era il mattatore, la sua barzelletta ripetuta all’infinito, tutto in cambio di una semplice incerta perfetta sintonia.

Allontanandosi, ritto e contrastato sulla punta del dente del suo ingranaggio, Romt guardò a lungo Gult con il volto chino intenta nelle sue faccende, sperando che alzasse il suo sguardo. Perché questo è quello che successe.

14 thoughts on “I due microbi

  1. Diemme 13 Agosto 2015 / 13:31

    Anche nella vita degli umani a volte c’è quel movimento repentino dell’orologio che scombussola inaspettatamente la vita… 😉

    • pjperissinotto 13 Agosto 2015 / 14:20

      Mah, infatti, mentre riportavo fedelmente questa storia di questi due microbi della quale sono venuto a conoscenza un po’ per caso, pensavo proprio al fatto che le vite di tutti gli esseri viventi sono per certi versi molto simili nei loro decorsi. E sono tutte un po’ figlie delle inesistenti coincidenze e del calcolo combinatorio … 😉

      • Diemme 13 Agosto 2015 / 15:01

        Ma le coincidenze non esistono… 😉

  2. FIK 13 Agosto 2015 / 14:57

    mi piace il finale diversamente a lieto fine … 🙂

    • pjperissinotto 13 Agosto 2015 / 15:42

      Già “diversamente a lieto fine” piace anche a me … 🙂 Bella definizione.
      E’ che il restare sulla superficie di questi ingranaggi toglie gradi di libertà alle esistenze. Di questo il lettore quasi non se ne accorge. Men che meno i miei amici microbi.

  3. silviacavalieri 13 Agosto 2015 / 18:52

    Già, che malinconia! Leggendoti mi è venuto in mente che noi umani ci saltiamo apposte, sugli ingranaggi della vita rigidamente organizzata! La cosiddetta felicità si traduce, in soldoni, in una serie di orari e impegni da rispettare, obblighi da assolvere, cose così, da microbi, e senza neppure gli aggiornamenti delle fasi lunari, per saltare almeno da un ingranaggio all’altro! Bel racconto, che riempirebbe d’orgoglio intere colonie di batteri nelle loro sonnolente capsule di Petri.

    • pjperissinotto 13 Agosto 2015 / 20:41

      “saltiamo sugli ingranaggi della vita rigidamente organizzata”. Proprio così. 🙂
      Grazie per l’apprezzamento sul racconto e per l’interessante proiezione, che definirei quasi competente in materia (per la citazione sulle sonnolente capsule di Petri), sull’orgoglio che potrei istigare nelle colonie di batteri se solo trovassi il modo di tradurre queste righe in lingua batterica. 😀

      • silviacavalieri 13 Agosto 2015 / 20:43

        Vecchia biologa,,, potrei provare 🙂

      • Diemme 13 Agosto 2015 / 20:54

        Ma dai, dov’è il problema, c’è google translator! Vi pare che non ci sia il batterico tra le lingue previste? 😉

      • pjperissinotto 13 Agosto 2015 / 21:18

        Silvia, ci avrei scommesso! 🙂

      • pjperissinotto 13 Agosto 2015 / 21:19

        Diemme, temo che google translator traduca soprattutto in computerese qualsiasi sia la lingua finale scelta.

  4. 65luna 23 Agosto 2015 / 10:59

    Complimenti per tutto! Tra l’altro mi coinvolge molto il nome che hai dato al blog: da sempre mi affascina l’argomento della sincronicita’ e coincidenza. Buon domenica,65Luna

    • pjperissinotto 23 Agosto 2015 / 11:06

      Grazie mille, 65Luna.
      Anch’io trovo che la sincronicità sia un argomento davvero affascinante e ricchissimo di risvolti.
      Buona domenica a te!

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