Quel che resta della sua immagine

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Il video amatoriale che stavo guardando era vecchio solo di una settimana, ma aveva già più di due milioni di visualizzazioni. La protagonista era una donna sulla quarantina, forse qualche anno in più, un viso non appariscente, né insignificante. Un tipo potremmo dire.
Anche i vestiti che indossava sembravano più un travestimento di copertura che uno strumento per valorizzare la sua femminilità.

La cosa che colpiva era il suo sguardo. Nei suoi occhi una luce intensa si sprigionava nella direzione della telecamera, e il suo corpo iniziava ad ondeggiare in armoniche sempre più dolci ed ampie quasi ad assecondare la natura ondulatoria dei raggi di luce che sprizzavano dalle sue pupille.
C’era trasporto nel suo sguardo. Intenso coinvolgimento.

La telecamera scendeva lentamente fino a raggiungere una inquadratura dal basso. Ma gli occhi della donna rimanevano puntati verso l’alto, fissi verso la persona che prima stava dall’altro lato dell’obiettivo, che ora forse se ne era staccata per dare alle riprese una visione stabile, senza sussulti.

Il viso di lei si faceva sempre più sorridente e ammaliante. Il corpo, nei suoi movimenti ritmici, ora faceva uscire dai vestiti una sensualità insospettabile e travolgente. E, quando iniziò a scoprire lentamente nuovi lembi della sua pelle, l’effetto eccitante si moltiplicò.

Ogni tanto facevo un giro sulla piattaforma più che altro per essere sempre aggiornato su come il mondo moderno tempestava i miei figli con i suoi continui messaggi subliminali. Ai miei tempi non esistevano cose del genere o, se esistevano, non erano certo alla portata di un innocente click.
Non ero un grande frequentatore di YouPorn e non avrei potuto dare un parere qualificato. Tuttavia quel video aveva un’atmosfera particolare. La sua fattura amatoriale dava a tutte le immagini un’aura sincera di autenticità e realismo, ma a fare la differenza era quello sguardo della donna, costantemente puntato verso l’oggetto del suo amore.

E ora anche il suo corpo, liberato dall’involucro dei suoi goffi vestiti, rilucente di caldi riflessi in armonia con i movimenti flessuosi, si manifestava nella sua perfezione di curve e proporzioni. Ogni essenza della donna era per il suo uomo e, indirettamente, per noi spettatori del video.

L’uomo si spostò, seguito dagli occhi anelanti di lei, nudi e felici, come tutta la sua anima. La telecamera rimase ferma, immobile intrusa spettatrice di una scena che sarebbe stata perfetta nell’anonimato. L’uomo entrò in scena con la sua ragguardevole presenza. Gli occhi di lei si fecero color miele.

Credo che le immagini seguenti sarebbero potute essere ancor più coinvolgenti. Ma non ce la feci proprio. Chiusi tutto e spensi il computer.

Quella donna.
La conoscevo.
Era Lorena, la madre di un compagno di scuola di mio figlio. Ci incontravamo spesso all’uscita delle lezioni, mentre aspettavamo l’arrivo dei nostri rispettivi figli. Era timida e riservata. Sempre schiva e misurata, dispensava sorrisi dolci e gentili, ma dava pochissima confidenza alle persone.

Avevo saputo dai pettegolezzi delle festicciole di compleanno che era divorziata già da diversi anni, ma non avrei proprio potuto continuare a guardare quel video. Erano passati solo tre giorni dall’accaduto e due da quando ne avevo avuto notizia. Si era suicidata e nessuno sapeva perché l’avesse fatto.

14 thoughts on “Quel che resta della sua immagine

  1. Silvia 2 Dicembre 2015 / 17:31

    Quando si ama così si diventa vulnerabili…..e fragili.
    Buona serata!

  2. Nuzk 2 Dicembre 2015 / 19:24

    Le emozioni spesso impediscono di riconoscere chi si ha veramente davanti e gli/le si accorda una fiducia non meritata.

    • pjperissinotto 3 Dicembre 2015 / 0:20

      Le emozioni a volte ingannano e, sempre, sono l’essenza della vita.

  3. Dora Buonfino 2 Dicembre 2015 / 21:20

    Una storia triste, che fa pensare. Ben raccontata, sentita…

    • pjperissinotto 3 Dicembre 2015 / 0:21

      Al mondo, succede di tutto. Temo anche episodi come questo.
      Grazie Dora. 🙂

      • Dora Buonfino 3 Dicembre 2015 / 0:23

        Purtroppo è solo uno dei tanti. Quando accade però dispiace molto… Notte serena 🙂

      • pjperissinotto 3 Dicembre 2015 / 6:59

        Buon scampolo di notte e inizio di nuovo giorno. 🙂

      • Dora Buonfino 3 Dicembre 2015 / 8:04

        Buongiorno anche a te! 🙂

  4. silviacavalieri 3 Dicembre 2015 / 17:30

    Che infinita tristezza… l’amore tradito e condannato a morte. Ottima scrittura, come sempre!

    • pjperissinotto 3 Dicembre 2015 / 20:45

      Perfetto,Silvia, hai colto l’essenza della storia. L’amore tradito e condannato a morte nel ventunesimo secolo.
      E grazie infinite per l’apprezzamento. 🙂

  5. La il@ 4 Dicembre 2015 / 12:04

    Ammetto di essere portata a giudicare facilmente, ma di fronte a un suicidio mi fermo.
    Non ci si arriva mai per scherzo, per sfizio, per noia.
    Quello che c’è dietro – anche se non lo conosciamo – basta a sospendere il giudizio sulla persona, per quanto abbia potuto sbagliare.

    • pjperissinotto 4 Dicembre 2015 / 12:19

      Per fortuna è solo un racconto, sicuramente triste, ma è solo un racconto di fantasia. Nulla si sa della storia che c’è dietro, ma non raramente, quando intensità emotiva e freddezza coesistono, possono generarsi i presupposti per un dolore totalizzante.

  6. Diemme 4 Dicembre 2015 / 20:15

    Vostro onore, giuro che avevo letto e commentato, è che questo sistema del piffero si mangia i commenti come io mangio i supplì!

    Avevo scritto che la parte finale era stata una pugnalata. Racconto bellissimo, davvero, uno dei tuoi più belli.

    Purtroppo per me una storia del genere è legata anche a ricordi tristi, perché alla figlia di una mia vicina accadde una cosa del genere: aveva 25 anni. :'(

    PS: si era mangiato pure questo di commento, meno male che me ne sono accorta!

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