Il difetto delle onde gravitazionali

Qualche giorno fa ero in ufficio, perso in una delle infinite inutilità della mia vita lavorativa, quando entra un collega con un bel sorriso soddisfatto sul volto e mi dice:
«Oggi pomeriggio annunciano che hanno finalmente trovato le onde gravitazionali».
All’inizio non ho compreso subito di cosa mi stesse parlando. Mi aspettavo qualche sollecitazione lavorativa, o qualche altra affermazione usuale. Poi, nello spazio di qualche secondo, mi si è aperto un mondo. Non tanto per la prassi moderna che prevede l’annuncio anticipato del momento in cui si farà l’annuncio di qualcosa. Ormai ho fatto il callo anche a questo nonsense della scienza contemporanea.
La sorpresa è nata dentro di me dritta dritta da certe mie remote intuizioni. Avevo sempre saputo che il momento sarebbe arrivato e ora, quel momento, era proprio lì, nel mio ufficio, nella piega del tempo che stavo vivendo, per mezzo di quel ragazzo che un anno prima non conoscevo nemmeno. Mi parlava delle onde gravitazionali affascinato, con una certa ingenuità scientifica e lo stesso entusiasmo che avrebbe utilizzato per descrivere un ritrovo di gnocche sorridenti e disponibili. Venticinque anni prima sapevo che quel momento sarebbe arrivato, ma no, ve lo garantisco, non avevo la minima idea che sarebbe successo così come è successo.
Mentre mi raccontava i dettagli dell’annuncio non riuscivo nemmeno a seguirlo. Dentro di me vedevo passare pensieri ed emozioni tumultuose, sopite da una vita, sentendo crescere sul mio volto un sorriso sornione ed enigmatico, fusione di compiacimento, ironia e consapevolezza originati da quella fantascientifica macchina del tempo che va sotto il nome di “ricordi”. Capendo che il mio sguardo assente potesse essere considerato scortese, gli ho raccontato il mio passato e dopo poco sono finito per recitare il titolo della mia tesi di laurea in fisica:
Rilevazione di onde gravitazionali a bassa frequenza mediante inseguimento Doppler di una sonda interplanetaria“. Il titolo ha dato alle mie parole sulla grande scoperta una certa autorevolezza, che mi ha permesso di rincarare l’innocente inganno sulla natura “gnocca” di queste sinuose onde gravitazionali. Anche se, come vi racconterò, la Verità sta sempre un po’ più scostata dai nostri sogni di bellezza.

Quando si è giovani i sogni sono una componente fondamentale della vita perché sono parte integrante del nostro animo e dei nostri pensieri. Poi con il tempo si trasformano e spesso sublimano diventando l’estrema essenza con cui le nostre aspirazioni sopravvivono alla piena consapevolezza che la norma è non sfiorarli nemmeno.
E la mia tesi rimane nella mia vita uno dei punti centrali della sublimazione dei miei sogni.
Prima di allora il mondo era soprattutto fascino e potenzialità, poi si è trasformato. Ho sperimentato sulla mia pelle che esiste l’Universo con le sue meraviglie da un lato, e dall’altro la sua propaggine umana che è davvero molto articolata. Indagarlo, capirne, o anche solo intuirne i magici misteri, è una delle sfide più nobili per l’Umanità, ma l’Umanità la affronta nell’unico modo con cui è capace di farlo: piccoli passi incerti, carichi di personalismi, in cui spesso i mezzi giustificano i fini.

E non bisogna credere il contrario, il periodo degli studi universitari e la mia tesi sono una parte specialissima della mia vita che ricordo con piacere e profondo entusiasmo. Ho amato sfiorare quegli spicchi di conoscenza che mi erano offerti, ho gioito vincendo il confronto con gli esercizi di matematica con l’asterisco (quelli veramente difficili in cui la risoluzione si poteva raggiungere solo facendo largo uso della fantasia), ho adorato durante la tesi risolvere in più modi l’equazione della geodetica che descrive ad esempio il campo gravitazionale generato da due stelle doppie che ruotano l’una intorno all’altra in una danza senza fine. E ho provato una punta di orgoglio nello scoprire che tutti gli articoli fino ad allora avevano sbagliato i conti. Non mi importava allora e non mi interessa oggi sapere che ci vorranno altri vent’anni per vedere gli strumenti di misura sufficientemente più perfezionati da riuscire a colmare il balzo di precisione di quattro o cinque ordini di grandezza che allora era necessario per poter dimostrare l’esattezza di quei calcoli.
Semplicemente con quella tesi ho percepito una cosa che ho capito veramente solo l’altro giorno, con l’annuncio della prova sperimentale dell’esistenza delle onde gravitazionali. Nella vita bisogna scegliere se cercare di capire in profondità una fettina minuscola della Bellezza dell’Universo o se decidere di rimanere costantemente rapiti dalla grandiosità del suo insieme. In quel periodo, senza nemmeno saperlo, io ho fatto la mia scelta, guidato solo dall’intuizione.
Ci sarebbero tanti risvolti da approfondire su questa decisione del passato. Sui suoi effetti, sul fatto che un percorso differente avrebbe agito in maniera dirompente sulla mia già claudicante socialità. Ma tutte queste riflessioni, fortunatamente, non sono interessanti.

Ma oggi io sorrido sempre quando sento questi annunci scientifici. Le onde gravitazionali esistono? Sì, certissimamente. La rilevazione del 14 settembre 2015 ha realmente visto il segnale dell’esistenza delle onde gravitazionali? Sono convinto di sì. Un passo importante dell’Umanità.
Ma quando sento dire che sono l’effetto di due buchi neri di una trentina di masse solari che decidono di fondersi seguendo la spirale della loro vita … beh, ragazzi miei, credetemi. Tutte cazzate!
Gli scienziati studiano il più grande Spettacolo che si possa immaginare e ormai fanno spettacolo non meno di tanti registi di oggi. Un po’ perché il mondo glielo chiede per colorare un po’ l’apparente essenzialità delle loro scoperte, un po’ perché il loro lavoro li porta spesso a ridosso della fantascienza e non c’è niente di più umano del cedere all’entusiasmo.

Non si poteva certo lasciare il sussulto del loro strumento di rilevazione delle onde gravitazionali, costato miliardi e miliardi, sempre muto fino ad allora, confinato alla sua essenza di semplice sussulto. Era necessario condirlo con buchi neri che si abbracciano a qualche parsec di distanza da noi che ti sembra quasi di poterli toccare. E siamo fortunati che le superstringhe stanno tramontando altrimenti avremmo potuto forse anche scoprire in quel picco di vitalità di un pezzo di ferro supertecnologico  la spiegazione dell’unificazione di tutte le teorie.

Le onde gravitazionali sono una meraviglia, la scienza che ci ha portato fino a loro è una delle espressioni più nobili dell’essere umano. Specialmente ai giorni nostri, dove scoprire qualcosa di nuovo è dieci volte più difficile di un secolo fa. E tutta la fisica si occupa di questioni che se ti fermi un’attimo a guardarle nella loro perfezione finisci in uno stato d’animo di profondissima stupefazione.
E guardate che è tutto bello e misterioso, molto più di quello che immaginiamo. Le onde gravitazionali, sì una figata! Le superstringhe, belle! Se servissero a qualcosa. I buchi neri, mamma mia come vorrei averne uno nel bagagliaio dell’auto!
Però a volte mi fermo e penso anche alle cose semplici e meno altisonanti. Penso alla legge dell’attrito, di cui sembra che i nostri scienziati sappiano tutto. Ma non siamo ancora riusciti a mettere assieme uno studioso di psicologia, che inizia ad avere i capogiri appena vede una formula matematica, con un fisico che guarda il suo collega psicologo con altezzosa superiorità, quasi fosse un ciarlatano, per spiegare nel profondo come mai l’attrito tra due persone nel gesto semplice di un abbraccio può cambiare per sempre le loro vite.

35 thoughts on “Il difetto delle onde gravitazionali

  1. FIK 18 Marzo 2016 / 9:28

    Ben tornato ad accettare commenti 🙂
    Come sempre fluido e con finale interessante….

    • pj 18 Marzo 2016 / 9:31

      🙂 … a volte ritornano 😉

  2. Diemme 18 Marzo 2016 / 9:50

    Finale magico più che interessante. Comunque tu non avrai un buco nero nel bagagliaio dell’auto, ma io sicuramente ce l’ho in casa, e inghiotte tutto, senza alcuna possibilità di ritorni o rinvenimenti futuri: bentornato!

    • pj 18 Marzo 2016 / 15:39

      Se hai un buco nero in casa che inghiotte tutto il mio consiglio è quello di andare da un giornalista ad annunciare che tra un paio di mesi annuncerai che in casa hai un vero buco nero “doc”. Diventi ricca in un battibaleno, cambi casa vendendo la tua al doppio del prezzo e ti fai una gran risata pensando a chi avrà bevuto tutta d’un sorso la storia del buco nero.:-D

  3. Erik 18 Marzo 2016 / 13:28

    io credo che se non esistesse l’opposto non ci sarebbe nemmeno vita e ragione.. non si potranno mai unire… nulla esiste, nulla ha senso senza chaos… :)))

    • pj 18 Marzo 2016 / 15:41

      Hai ragione. Il bello è proprio lì, anche il caos fa parte dell’ordine con cui l’Universo esiste.

      • Erik 18 Marzo 2016 / 15:46

        esatto, io la penso così…

      • Erik 18 Marzo 2016 / 15:46

        mi son dimenticato il “anch'”

  4. Aida 18 Marzo 2016 / 18:14

    Sinceramente…. A me delle onde non è che sia importato più di tanto, però rimango a bocca aperta quando si tratta di storie legate agli ufo! Dell’universo rimango sempre impressionata, ma negli ultimi anni, con il fatto che esistono altri tipi di problemi, rimanere stupefatta da una simile scoperta è una cosa che viene in secondo piano. Mi dispiace dirlo, ma da un pò non osservo più le stelle!

    • pj 19 Marzo 2016 / 9:54

      Cara Aida, il mio consiglio è, ogni tanto, quando c’è una di quelle serate limpide che ho visto più di qualche volta dalle tue parti, ti fermi un’attimo per alzare gli occhi al cielo. Lo so che ci sono ben altri problemi prioritari nella vita, ma un occhio alle stelle aiuta a riportare tutto nella dimensione che dovrebbe avere. E’ uno dei momenti della vita che lasciano solo sensazioni positive … E poi, se sei appassionata di Ufo come lo sono sempre stato io, ci sta bene anche rivangare in quel momento una delle frasi ad effetto del film Contact:
      “L’Universo è un luogo molto vasto. E’ più grande di ogni cosa che chiunque abbia mai immaginato finora. Se ci fossimo solo noi, sarebbe uno spreco di spazio! Giusto?”

      • Aida 19 Marzo 2016 / 14:28

        una volta li le guardavo, quando ero più piccina, per individuare le costellazioni. Fra le tante quella che più mi affascinava era Cassiopea. Ora la cosa mi passa dalla testa. Da una parte dove abito c’è troppa luce, troppo inquinamento luminoso e difficilmente riesci a scorgere le stelle.

      • pj 19 Marzo 2016 / 14:32

        Un giorno, con un po’ di fortuna, ti rifarai. 🙂

  5. silviacavalieri 18 Marzo 2016 / 18:43

    Io, biologa, sono fra gli ingenui, ma ho sempre percepito il fascino dell’universo coi suo grandi misteri e ho cercato di avvicinarmi un po’ agli argomenti astrusi con la lettura di libri divulgativi. Le onde gravitazionali, attese ma non ancora dimostrate sperimentalmente, in un certo senso “mi mancavano” così mi sono emozionata leggendo la notizia e posso ben immaginare quanto intensa sia stata la tua emozione!

    • pj 19 Marzo 2016 / 10:11

      🙂 Hai ragione! Ho provato emozione intensa. Prima sorpresa e poi vera emozione. La cosa strana è che non ho provato emozione tanto per la scoperta scientifica e per l’ennesimo passo che l’Umanità ha fatto verso la Conoscenza. Mi sono emozionato soprattutto per il percorso della mia vita e i ricordi che ne sono scaturiti. Le scelte fatte quasi inconsapevolmente che oggi hanno molto più senso.
      E poi ti faccio una confessione. Con il tempo mi sono appassionato molto di più alla tua scienza. Nel Cosmo forse si trova l’origine dell’Universo e la sua fine. Ma mi fa impazzire il pensiero che a capire l’Universo debba essere ciò che scaturisce dalla vita. Noi. Ci dev’essere sotto qualcosa di grosso e semplice, che ancora sfugge alle riflessioni e alle esperienze della nostra scienza…
      E qui mi fermo sennò divento noioso. 🙂

  6. fulvialuna1 23 Marzo 2016 / 20:54

    Tutto fantastico davvero. Ci ho sognato sopra a questa notizia…ma poi guardo questa terra e penso che forse il fantastico potremmo crearlo o cercarlo più vicino a noi.

    • pj 23 Marzo 2016 / 21:14

      Proprio come dici! 🙂 Il fantastico si nasconde molto bene nelle cose semplici e nella semplicità delle cose. La chiave di tutto è qui con noi.

  7. gigifaggella 1 Aprile 2016 / 19:59

    Anche io sono tornato dopo un pò e mi ritrovo a leggere un tuo post su un argomento che ha stupito anche me, povero neofita delle formule fisiche, reduce da studi umanistici che forse mi hanno allontanato dalla vera strada della mia anima. Ma è una materia ed un argomento affascinante, che lascia traccia su pochi, perchè ad ogni ammiratore di simili scoperte, ce ne sono milioni che si appassionano all’ultimo amante dell’attricetta di turno e mi chiedo perchè…poi sorrido e mi tuffo in un’oasi di lettura, come il tuo post, che alimenta certi sogni ed aiuta a capire un pò di più sul fatto che forse, come diceva De Gregori, non c’è niente da capire…. Un saluto PJ!

    • pj 2 Aprile 2016 / 2:32

      Ben ritrovato Gigi! Le pause sono parte integrante del nostro essere.
      Io sono incerto. Non sarei sorpreso se un giorno scoprissimo che non c’è niente da capire. Tuttavia ho una sensazione che a tratti mi sembra una certezza. Se un giorno capiremo come funziona il Tutto. Ne rimarremo estasiati. Perché, nel profondo, la spiegazione di ogni fenomeno non potrà che essere drammaticamente semplice.
      Le cose semplici sono le uniche che funzionano veramente.
      Un saluto a te, Gigi! Buon we.

      • gigifaggella 2 Aprile 2016 / 11:20

        Ciao PJ! Francamente non so che dire…ci sono molte teorie al giorno d’oggi, ma anche molte false piste. Certo le scoperte della meccanica quantistica si fa persino fatica a comprenderle attraverso il ragionamento razionale a cui siamo abituati…spiegare a qualcuno che un fotone può essere allo stesso tempo onda e particella e ciò dipende dall’osservatore è davvero impresa improba per chiunque, perchè non abbiamo i parametri per ragionare così. Ma le implicazioni sono incredibili e sottendono un mondo che ancora non conosciamo… Hai ragione, la spiegazione deve essere semplice ed a portata di mano ma si sa che le cose meglio nascoste sono quelle che abbiamo proprio sotto il naso… Buon WE a te!

  8. emaki81 16 Maggio 2016 / 9:20

    Io credo che sia un po lo scotto da pagare per la divulgazione scientifica il fatto di vedere raccontati in modo improbabile fenomeni affascinanti ma che raccontati in termini scientificamente corretti sarebbero difficilmente compresi ed apprezzati…ma sotto un certo punto di vista cosa importa? Tutti possono essere coinvolti così da certe scoperte….?

    • pj 16 Maggio 2016 / 9:56

      Hai perfettamente ragione! 🙂 E mi piace molto quando incontro persone, che non sono state chine sui libri di fisica, sentirle entusiasmarsi per fenomeni come l’entanglement quantistico, il principio di indeterminazione di Heisemberg, la materia oscura dell’Universo e altre amenità del genere. Perché un giorno tra molti secoli sono certo che l’Umanità scoprirà che ogni fenomeno era drammaticamente semplice da spiegare e ancor più bellissimo.
      Bentrovata Emaki. E’ un piacere e un onore averti qua. 🙂

      • emaki81 16 Maggio 2016 / 10:21

        Grazie, sono felice anche io di essere qui a leggerti?
        Anche io non mi stupirei che proprio una mente “fresca” e non condizionata dallo studio avesse ottime intuizioni su difficili quesiti…
        Ma non dico niente di nuovo….se pensi a Socrate e alla “maieutica”…. ?

      • pj 16 Maggio 2016 / 13:32

        Spesso i salti più importanti nella comprensione della realtà si fanno con l’intuizione prima ancora che con la conoscenza.

      • emaki81 16 Maggio 2016 / 19:10

        È vero. .. basti pensare a Einstein….?

      • pj 16 Maggio 2016 / 19:33

        Già. Perchè la verità è illuminata dal lampeggio del genio e dalla luce soffusa della caparbietà dell’esplorazione.

      • emaki81 16 Maggio 2016 / 21:16

        Bello questo che hai scritto, mi fa pensare che lo stesso avviene nella vita: nella vita troviamo risposta alle nostre domande grazie a intuizioni e allo spesso tempo supportati dall’esperienza…se usassero un approccio scientifico per risolvere i problemi della quotidianità potremmo trovare soluzioni prima e soluzioni i più esaurienti??

      • pj 16 Maggio 2016 / 22:35

        Io non credo. L’approccio scientifico aiuta a raccogliere elementi utili al discernimento delle soluzioni, ma questo passaggio alla soluzione è il frutto di uno stato ancor più misterioso del semplice ragionamento. 🙂

      • emaki81 17 Maggio 2016 / 10:13

        Buongiorno pj, partendo dall’assunto che l’indagine di un tema o fenomeno scientifico è diversa da un problema o un dubbio che riguarda la vita quotidiana, io ammetto che, forse per deformazione professionale, uso lo stesso criterio di raccolta e analisi dei requisiti ogni volta che sono davanti a una decisione da prendere o devo farmi un’opinione su persone e situazioni; ed alla fine le conclusioni cui arrivo sono frutto dei “dati” che ho raccolto ed analizzato. L’analisi, d’altra parte, è condotta in parte rifacendomi all’esperienza di altri casi già vissuti ed in parte a nuove intuizioni… 🙂

      • pj 17 Maggio 2016 / 13:51

        Buongiorno Emaki. Io invece amo non sviscerare troppo un problema o una situazione. E cerco di non applicare troppo i risultati delle analisi passate. Ogni tanto rivivo con sorpresa e autoironia gli errori del passato, ma spesso scopro che anche gli schemi non si ripetono sempre uguali. E questo è uno dei motivi per cui trovo la vita davvero affascinante. 🙂

  9. wwayne 25 Giugno 2016 / 18:39

    Mi hai fatto tornare in mente questa canzone:

    Che ne pensi?

    • pj 25 Giugno 2016 / 18:54

      Penso che, se anche solo per un istante, questo post ha messo qualcuno in connessione con questa meravigliosa canzone, ne è valsa veramente la pena scriverlo. 🙂

      • wwayne 25 Giugno 2016 / 18:55

        Mi fa molto piacere che anche tu l’abbia apprezzata. Nel mio blog puoi trovare tante altre canzoni: infatti quando replico ai miei commentatori spesso chiudo la risposta con il video di un brano relativo al concetto che ho appena espresso. Nei commenti a questo post, ad esempio, ne ho caricati una decina: https://wwayne.wordpress.com/2015/06/28/una-spalla-su-cui-ridere/. Grazie per la risposta! 🙂

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