Girovagando

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Girovagavo stancamente tra i blog che mi venivano proposti. Una sequenza disordinata di riflessioni, di piccole illuminazioni, di storie profonde nella vita di qualcuno, di aneddoti divertenti, di immagini che immortalavano l’istante, di pensieri raccolti in qualche punto della rete e poi rielaborati, frasi ad effetto sorprendenti e frasi semplici cariche di emozione, cronache egocentriche e intuizioni universali. Commenti allegri, commenti sinceri, commenti di circostanza, commenti ammirati, commenti inutili, commenti forzatamente celati. E poi frammenti di sé, desideri, sogni, speranze, certezze. Sentimenti, molti sentimenti. Amore in tutte le sue declinazioni, da quello sprecato a quello anelato, passando attraverso quello che lascia i suoi Segni. Poesia degli animi. Bisogni chiari di condividere, bisogni oscuri di uscire da dove si è.

C’era un ordine segreto in quell’apparente caos. Non era così semplice da scovare. Bisognava chiudere gli occhi e percepire che dietro ogni frase scritta c’era una vita, intensa e reale, che sublimava una parte di sé.

18 thoughts on “Girovagando

  1. Aida 4 Giugno 2016 / 11:42

    Il blog credo sia lo specchio interno di ciò che noi non vogliamo o non possiamo apparire, o magari lo scrigno dei pensieri più reconditi, il vaso di pandora delle cose che non si possono dire, non si possono fare. Personalmente il mio blog rappresenta il mio alter ego, l’aida, quella dai numerosi sogni intrapresi e mai finito. Lungi da ciò che invece rappresenta il mio vero nome, formato da due sensi evangelici profondi.

    • pj 4 Giugno 2016 / 11:52

      Ci sarebbe molto da dire su queste tue parole. Ogni blog ha una sua storia e le proprie motivazioni interiori. Ma credo sempre presenti un aspetto del proprio io che scorazza libero dietro il paravento dell’anonimato. E forse, in una certa misura, una parte dell’essenza di questo mondo ha a che fare con il bisogno di libertà. Nostro, o come nel tuo caso, del tuo alter ego. 🙂

      • Aida 4 Giugno 2016 / 12:42

        Si una libertà che spesso sconfina con l’indecenza, se non anche con l’ipocrisia. Fintanto che rimane un diario segreto, allora va beh, viene fuori un’anima…. comunque per fortuna che esistono tali spazi!

      • pj 4 Giugno 2016 / 12:52

        Hai ragione!
        E’ vero anche che spesso è solo un diario segreto … Ma, qualche volta, anche i diari contengono segreti importanti che vanno ben compresi specialmente da chi li scrive. 🙂

      • Aida 4 Giugno 2016 / 13:20

        Ebbene sì. Ma chi legge dovrà avere la delicatezza di rispondere adeguatamente!

      • pj 4 Giugno 2016 / 13:25

        Hai stra-ragione! 🙂

      • Aida 4 Giugno 2016 / 14:26

        Mi lusinghi!

  2. Silvia 4 Giugno 2016 / 12:15

    Hai ragione, ci sono blog molto personali e molto belli, spesso invidio questa voglia di condividere le proprie emozioni e sentimenti, in fondo è metteri in gioco….personalmente non ci riesco, anzi, per essere sinceri non voglio farlo, quindi mi limito ai video musicali del saluto serale, e per ora va bene così 😉
    Buon fine settimana 🙂

    • pj 4 Giugno 2016 / 12:23

      Cara Silvia, con tutta sincerità, anche il tuo blog è molto personale, e, aggiungo, molto bello proprio per questo. Ci sono tanti modi di mettersi in gioco … il tuo è assai originale rispetto agli altri blogger, ed era assolutamente incluso nelle riflessioni che hanno portato a questo mio post.:-)
      Un caro saluto. Buon we! 🙂

      • Silvia 4 Giugno 2016 / 12:25

        Il termine “originale” è davvero un gran complimento, grazie! 😉

      • pj 4 Giugno 2016 / 12:30

        Assolutamente sincero e carico di simpatia. 😉

      • Silvia 4 Giugno 2016 / 12:31

        🙂

  3. TADS 15 Giugno 2016 / 12:49

    riflessioni interessanti, sono un blogger da circa 13 anni, spesso mi sono posto le stesse domande nascoste nel tuo post, una su tutte: “quale spinta motivazionale si cela dietro un blog intimista?”, personalmente non credo si tratti di un puro e semplice bisogno di condividere le proprie pene quotidiane. Dico “pene” perché in genere tali blog non sparano certo dal monitor allegria e spensieratezza, quasi sempre trattasi di problematiche sentimentali (tendenzialmente, senza generalizzare).

    Considero un po’ desueto il termine “anonimato”, penso sia una questione di approccio, a me interessano i contenuti di un post, se scritto da Mario o da Maria non fa differenza, tutt’altro, l’utilizzo di un nick, oltre a salvaguardare la privacy e dare un minimo di sicurezza, serve proprio per staccare, separare il pensiero da una identità che potrebbe essere condizionante per molti. Esemplifico, quando ho iniziato il mio percorso in veste di blogger ero su un’altra piattaforma, vi era un blog femminile molto seguito, per molto intendo veramente “MOLTO”, una donzella che parlava di varia umanità in modo molto gradevole e spesso piacevolmente sopra le righe, bene, la suddetta blogger un bel dì ebbe l’infelice idea di qualificarsi, era una arzilla vecchietta di 75anni. Complimenti e congratulazioni di circostanza a parte, nel giro di poco tempo calarono le utenze fino a una caustica chiusura. Di esempi simili potrei farne tantissimi, anche al maschile, seppur con numerose varianti, spesso l’immagine, l’identità, cannibalizza il pensiero.

    concludo con una riflessione sui commenti, sono, tecnicamente, delle confessioni, è possibile mantenere un distacco da se stessi scrivendo post ma è impossibile farlo scrivendo commenti, il perché è semplice, i post provocano nel lettore un reazioni di pancia.

    perdona il mio essere prolisso

    • pj 15 Giugno 2016 / 14:52

      Benvenuto, Tads. 🙂
      Nessuna prolissità. Anzi, per me è sempre un grande onore ricevere la visita di blogger, con la B maiuscola, quelli che, un pizzico di mia personale invidia, hanno calpestato queste lande virtuali come pionieri.
      A me piace questo mondo, che purtroppo riesco a seguire sempre troppo poco, perché ci si trovano sfumature estremamente articolate degli animi umani. Concordo con te che il motore iniziale è spesso sentimentale, a volte ancora, semplicemente, c’è solo il bisogno di mettere in fila parole che siano catartiche per chi le scrive. Ma quello che esce alla lunga, se il blog resiste per un po’, è un quadro sempre originale e sempre molto personale, anche in quei blog che non parlano di niente di specifico.
      Lo preferisco di gran lunga rispetto ad altri luoghi virtuali, che non frequento più, dove per stare in contatto con altre persone bisogna sgomitare, ingoiare piatti triti e ritriti, guadagnarsi i dieci minuti di prima fila di un post, per far parte di qualcosa che non è mai nostra, ma solo delle multinazionali del social network.
      L’arzilla vecchietta di 75 anni a suo modo aveva trovato un modo per andare lì verso l’oblio con un suo stile. Si può discutere se l’oscurare il piccolo longevo particolare sia stato giusto o sbagliato, ma poi a guardare bene alla fine qui tutti trasmettiamo un po’ di quello che siamo e nulla di più.
      La vita vera è da un’altra parte.

  4. TADS 15 Giugno 2016 / 15:52

    sagge parole che condivido in pieno, prima che nascessero i blog frequentavo i forum, forse il modo di interagire più bello in assoluto che la rete abbia mai partorito, affollate comunità che disquisivano su argomenti più disparati, i forum erano dei “circoli”, i blog sono dei salotti. Non sono mai stato attratto dai social ma non critico assolutamente gli appassionati di tali forme di comunicazione. Per onestà intellettuale riconosco ai social, facebook in testa, un grande merito, aver eliminato quasi totalmente le cosiddette “second life”.

    la vita è altrove, d’accordissimo ma non per tutti, la dipendenza dalla rete sta diventando una diffusa e preoccupante patologia, in particolare per i nativi digitali ma non solo. In fondo, a mio avviso, il blog è la giusta quadratura del cerchio, uno spazio, come dicevo un salotto, frequentato da una cerchia di “amici” con i quali scambiare opinioni e considerazioni. Ho scelto, fin da subito, di occuparmi di attualità, tendenze e tematiche sociali, una linea editoriale (passami la definizione) che mi aiuta a capire e mi istruisce sul sentire comune.

    lasciami esprimere una considerazione sui commenti, la blogsfera ha, sostanzialmente, le stesse regole base di qualsivoglia forma di comunicazione, per creare un gruppo significativo di commentatori/trici non sono sufficienti i contenuti, è d’uopo attivare il do ut des, questo richiede tempo e voglia ma spesso è anche piacevole.

    è stato un piacere conoscerti

    • pj 15 Giugno 2016 / 16:02

      Condivido anch’io, tutto quel che dici, compresa la sana preoccupazione per la patologica dipendenza dalla rete. Certe volte, in metrò o al parco o al ristorante, vedo quadretti vaticinati da un vecchio film di WimWenders (Fino alla fine del mondo) ed è uno dei momenti in cui di più capisco che c’è qualcosa da riformare profondamente in questa nostra civiltà … e qui si potrebbe continuare a parlare per decine e decine di ore e di post. 🙂
      Il piacere è reciproco!

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