Cupidigia

Guardavo dall’alto, ammirato, la perfezione della mia opera.
Laura e Francesco camminavano lentamente, una in fianco all’altro, lasciando le loro anche libere di urtarsi dolcemente facendoli rimbalzare in un giocoso ondeggiare. Avevano percorso in lungo una delle piazze di Monza, senza abbracciarsi e senza tenersi mai per mano, ma i loro corpi procedevano così vicini che sembravano quasi blandamente magnetizzati. Avevano raggiunto uno dei bar della piazza con i tavolini fuori e si erano seduti per un aperitivo. Laura aveva l’aspetto di chi non era minimamente interessata all’arrivo del cameriere per fare il suo ordine. Il suo viso di carnagione chiara sembrava quasi riverberare mentre teneva gli occhi trasognati puntati sul suo Francesco. E Francesco la ricambiava. Busto eretto, leggermente proteso verso di lei, e un sorriso sornione con cui si gustava gli occhi luminosi e intensi davanti a lui. Mentre la guardava ripensava alla splendida serata di sesso che avevano appena trascorso. Era stata molto più che piacevole. Lenta, coinvolgente e carica di un mix straordinario di tenerezza, complicità, dolce violenza e anche di un pizzico di divertente comicità. Ripensava alla loro serata, fissava Laura, ma non riusciva a non pensare a Teresa. Non la sentiva più da tre giorni. Né un messaggio, né un post su Facebook a cui replicare subito per tenere vivo il suo interesse, nemmeno una segnale telegrafico alla sua chiamata senza risposta della mattina precedente. Teresa era splendida. Carnagione scura e curve morbide, meno armonia e modi gentili di Laura, ma il sottile mistero di chi misura con cura il suo coinvolgimento. Una serata come quella di ieri, con lei, non sarebbe potuta esserci, ma una serata diversa sì.
In quel momento Teresa era molto vicina, stava camminando frettolosamente in una delle strade che portavano alla stessa piazza, ma, a dire il vero, stava anche per svoltare per raggiungere il negozio di telefonini un paio di quartieri più in là. Andava di solito in quel negozio ogni volta in cui sentiva il bisogno di cambiare cover al suo iphone. Procedeva spedita, con gli occhi piccoli e stretti un po’ accigliati, perché aveva dimenticato di prendere gli occhiali da sole prima di uscire di casa. Pensava a Francesco, che l’aveva contattata il giorno prima. Non aveva risposto, non era proprio dello spirito buono. Francesco, era un bravo ragazzo, un ottimo partito, simpatico e belloccio e ci teneva a tenerselo buono perché non si sa mai nella vita. Ma erano due giorni che aveva la testa da un’altra parte. Da quando Stefano, tre giorni prima, improvvisamente se ne era andato con una scusa, dopo che si erano concessi di tutto. Si erano visti anche i giorni dopo, apparentemente nulla era successo, ma da quella sera aveva una sensazione strana e lei, quando aveva sensazioni strane, ci prendeva sempre. Stefano non era uno qualunque, uno da lasciarsi scappare senza mettere in atto piani b, c, d ed f. Aveva bisogno di stare tranquilla e pensare a come muoversi.
Mentre stava per imboccare la strada del negozio, voi non ci crederete perché era certamente il tipo di evento che normalmente Teresa avrebbe percepito in anticipo, non si accorse che stava arrivando in auto a poche decine di metri da lei, esattamente in quel preciso momento, proprio Stefano. Aveva parcheggiato la sua Porsche, senza far troppo rumore, al posto riservato agli invalidi davanti al suo bar preferito, tanto sarebbe potuto restare solo un minuto. Era entrato di fretta e aveva ordinato a Mariana, con un grande sorriso, il suo solito cappuccino. Mariana era la ragazza romena dai modi dolci e incantevoli che serviva nel locale. Aveva un modo tutto suo, flessuoso e spontaneo di muoversi e di muovere quello che sfiorava. La sua voce era così melodiosa che il suo accento non risultava mai coriaceo, era semmai esotico, per nulla scontato, carico di una sensualità naturale. A Stefano era capitato frequentemente di entrare nel locale e di averla vista servire i clienti intonando continui motivi musicali sempre vari e ammalianti. E spesso si fermava anche a parlare con lei, e lì scattava veramente qualcosa, perché Mariana aveva un volto semplice, senza trucco, dolcemente punteggiato di lentiggini che esaltavano i suoi lineamenti perfetti. Mentre parlava con qualcuno, Stefano incluso, lei si inseriva in una modalità comunicativa spontanea e sorridente che avrebbe reso piacevole parlare del tempo anche per chi si era appena inzuppato dentro ad un temporale.
Mentre beveva il suo cappuccino, quel giorno ahimè troppo di fretta, Stefano osservava Mariana e gli altri avventori. Stefano era certo che diversi di loro venivano lì, come lui, per Mariana. Lei invece quel giorno osservava di nascosto Iuri, che se ne stava mogio e defilato seduto ad un tavolino sorseggiando un’acqua minerale. Non veniva spesso. Era originario del suo stesso paese e ogni tanto le era capitato di chiacchierare per ore con lui dei loro luoghi, dei momenti spensierati della loro adolescenza, ma, secondo lei, tutti e due erano troppo timidi per condividere l’uno con l’altra tutto quello che si portavano dentro per la loro emigrazione.
Iuri guardava il vetro del bicchiere che faceva riverberare un riflesso della luce che arrivava da fuori. Pensava a Laura. Lei era l’unica ragazza italiana che lo trattasse con dolcezza e l’avesse fatto sempre sentire semplicemente un ragazzo e non un ragazzo romeno come tutte le altre. Quando pensava a lei sentiva crescere dentro un gran desiderio di icontrarla ancora. Succedeva sempre per caso ultimamente. Da quando avevano terminato l’università non capitava spesso, ma sempre lei lo accoglieva con un sorriso, un abbraccio sincero e qualche veloce parola carica di attenzioni e serenità. Scostò un po’ il bicchiere, il riflesso si fece più intenso ferendogli gli occhi, che mantenne comunque ben spalancati sperando di ricevere un’illuminazione sulla domanda che aveva scolpita nella mente: “Dove sarà adesso Laura?”.
Vedevo tutto distintamente, quello che avevo davanti era un capolavoro di incastri perfetti. Per niente facile da creare, ve lo garantisco, anche se al giorno d’oggi è più facile di un tempo. Ero stato davvero bravo.
Ma dovevo rimettere mano un po’ a tutto. Il giorno prima ero stato richiamato ai piani alti, ed ero stato redarguito. Il mio operato qui, pare lasciasse a desiderare. Poche coppie durature, poche certezze, molta grande confusione. E allora quel giorno avevo dovuto cambiare faretra. E le frecce che stavo per scoccare avrebbero cambiato la vita di molti di loro. Perché, quando arrivano dei figli, sembra un caso, ma le vite possono cambiare.

13 thoughts on “Cupidigia

    • pj 23 Luglio 2016 / 21:14

      Grazie mille, Mela!
      A volte accadono incastri strani.
      Buon fine settimana! 🙂

      • lamelasbacata 23 Luglio 2016 / 21:22

        Se per caso sai come andrà a finire sentiti libero di raccontare! 😉
        Buon fine settimana anche a te.

      • pj 23 Luglio 2016 / 21:28

        Mi istighi dunque a progettare un Cupidigia2 … ci penserò 😉 Il ruolo di Cupido, per ragioni storiche, l’ho sempre sentito un po’ mio. 🙂

  1. fulvialuna1 25 Luglio 2016 / 15:47

    Un ricamo di intrecci direi! Questa storia è talmente bella e ben costruita.
    Complimenti e grazie per il commento musicale, vado matta per i Coldplay.

    • pj 25 Luglio 2016 / 19:24

      Grazie mille, Fulvialuna!
      Hai buoni gusti.:-)
      Ti faccio una confessione, l’intreccio di questa storia mi è venuto in mente proprio mentre, in uno dei miei viaggi serali di rientro verso casa, ho ascoltato a lungo questo brano dei Coldplay. L’atmosfera della melodia, i ricordi del passato e una certa imperfezione fisiologica delle relazioni che vedo intorno a me, mi ha trascinato verso questa catena, completa nella sua incompletezza , di desideri mai pienamente rotondi. 🙂

      • fulvialuna1 25 Luglio 2016 / 21:51

        In amore non c’è mai il cerchio sicuro…Cupido lo sa. Ma ci prova sempre.

  2. emaki81 25 Luglio 2016 / 16:52

    Mi piace pensare che cupido voglia, quasi come per fare un dispetto, prendere tante storie d’amore superficiale e trasformarle in un amore più profondo, mettendoci dentro un bel bambino “a sorpresa”….??

    • pj 25 Luglio 2016 / 19:31

      Io credo che tu abbia colto un po’ l’essenza dell’azione del Cupido di questo racconto.
      Ma io non credo che lui sotto sotto pensi che il bambino “a sorpresa” possa trasformare un’amore superficiale in un amore più profondo. Credo che lui semplicemente sappia che esso si trasformerà in un amore superficiale “profondamente” diverso.
      E ai capi di Cupido interessa solo questo. 😀

      • emaki81 26 Luglio 2016 / 9:03

        Questo cupido ed i suoi capi sono molto più disillusi sull’amore rispetto alla mia idea di amore allora….
        Per questo la mia interpretazione della storia era molto più “ottimista”?
        Un saluto e buona giornata☺

      • pj 26 Luglio 2016 / 10:25

        Un caro saluto, buona giornata e, se sei ancora persa in qualche vacanza, buona vacanza. 🙂

      • emaki81 26 Luglio 2016 / 17:24

        Grazie….?
        Purtroppo vacanze finite per noi…

      • pj 26 Luglio 2016 / 20:12

        A volte ritornano. 🙂

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