Angoli svoltati

casetta

– Sai, quel giorno lì me lo ricordo bene. Io e lui avevamo bevuto un aperitivo. Lo facevamo ogni tanto. Anche quel giorno eravamo stati benissimo. Avevamo riso, scherzato. Come sempre eravamo riusciti a trovare il modo di parlare di qualche argomento che non avevamo mai affrontato prima. Giacomo doveva andare ad un appuntamento senza importanza, si era scusato per non avere più tempo da dedicarmi in quella occasione, ma ormai si era impegnato. Mi aveva accarezzato sulla guancia leggero come faceva lui, si era alzato e, nonostante tutto, se ne è andato con il sorriso dolce di sempre. – Monica si fermò un attimo a prendere fiato per trovare la forza per le frasi successive – Appena aveva svoltato l’angolo, sono rimasta folgorata dall’intuizione. Non l’avrei più rivisto! L’ho capito subito. Dal suo passo deciso, dalla limpidezza della giornata, da quello che sentivo dentro di me. Da tutto. Sono una scema, cazzo! Ricordo ancora bene che una parte di me aveva ordinato alle mie gambe di rizzarsi in piedi e di corrergli dietro. Per raggiungerlo e tenerlo ancora dentro alla mia vita. Ma a quel tempo ero ancora confusa. A quel tempo iniziavo a perdermi per Pietro. Avevo solo lui nella testa. E così sono rimasta seduta. –

Federica, tutta protesa verso Monica, la fissava con un sorriso di comprensione e di serenità, ascoltando da buona amica le parole che arrivavano e le confessioni che sarebbero arrivate.

– L’ho capito un paio d’anni dopo. Giacomo è l’unico uomo che mi abbia veramente amato. Per come sono, per il mio aspetto fisico, per i miei pensieri, per i miei conflitti e per le mie passioni. Quando mi sfiorava non sentivo mai arrivare il batticuore come con Pietro, con Ugo, con Ferdinando e con gli altri. Però mi sentivo protetta e coccolata come se a toccarmi fosse un’altra parte di me. – Monica si fermò ancora cercando negli occhi di Federica un segnale di comprensione, che non sembrò così chiaro – Lo so non è facile da capire. Giacomo si era dichiarato con me. Mi aveva corteggiato con dolcezza, ma a quel tempo io cercavo i fuochi d’artificio e non avevo capito che quello di cui avevo veramente bisogno, ce lo avevo già, lì con me. E così è passato il tempo senza che ci sentissimo. Lui non mi ha più chiamata. Io l’ho cercato dopo molto tempo, ma qualcuno mi ha detto che aveva cambiato lavoro, cellulare, città. L’ho cercato in tutti i modi, un anno fa. Ho pianto mille volte ripensando a quell’ultimo aperitivo assieme. Sono sicura che se lo incontrassi oggi, scoprirei che è ancora quello di un tempo. Perché lui è così. Sono una scema, cazzo! Non lo rivedrò più! –

Calò un silenzio prolungato, qualche mezzo balbettio, quasi Federica non trovasse le parole buone per rincuorare Monica per i suoi errori, poi di nuovo il silenzio. Faceva un caldo innaturale per essere novembre, si stava bene all’aperto, e il sole illuminava con chiarezza ogni cosa. Gli occhi di Monica, virati ad un azzurro umido, tradivano pensieri introspettivi reiterati, e quasi scuotendosi, per reazione,  riprese:

– Ma non parliamo di questa storia. Raccontami di te, Federica, non ci vediamo da una vita. Non so niente né di dove vivi né di cosa fai. Raccontami! Dove lavori? Sei sposata? Hai un uomo? – Federica si rabbuiò un attimino, come se nella sua vita non ci fosse molto da esternare, si fece indietro appoggiandosi allo schienale e cominciò senza entusiasmo.

– Mah, a dire il vero non c’è molto da raccontare. Lo sai come sono. Io non sono questa grande bellezza, e non sono nemmeno un caterpillar emotivo. Mi piace avere tutto sotto controllo. E la mia vita è un po’ così. Lavoro, vivo programmando la mia vita e quella del mio uomo. Non vogliamo figli perché destabilizzerebbero il mio ordine, – fece un sorriso come per ricevere una approvazione da Monica – facciamo largo uso di ristoranti, cinema e teatro per mantenere il cervello in funzione lontano dalla noia. Tutto qui. –

– Ma dove vivi? Cosa fai? – Monica mostrava con il tono della voce e con gli atteggiamenti un entusiasmo che malcelava la gioia per aver ritrovato inaspettatamente la sua vecchia amica.

– Da alcuni anni vivo lontano da qui. Sono qui oggi solo perché avevo una faccenda da sbrigare. E’ stato quasi un caso che ci siamo incontrate. Quando sono andata via, pensati, per diversi mesi sono rimasta disoccupata, poi ho iniziato a lavorare per un’azienda che si occupa di motori elettrici. Mi trovo bene. Ti ricordi quella volta che tu e Sara mi prendavate in giro perché secondo voi ero adatta solo ai lavori ripetitivi, beh questo non lo è. Lavoro molto con clienti esteri ed è tutto in movimento, io sto sempre dietro la mia scrivania, ma intorno a me è tutto dinamico.  Li aiuto a tenere l’ordine, diciamo. E ti ricordi di quella volta in cui tu e Sara avete … – Federica cominciò a rispolverare i tempi in cui loro tre passavano le giornate ad ammazzare il tempo tra una chiacchiera sui loro ragazzi e i pettegolezzi sul futuro che arrivava.

Passarono dieci minuti di revival sul passato, poi Federica con un impercettibile oscuramento del volto, riprese:

– Ora sono in ritardo devo andare. –

– Sicura di non poterti fermare un altro po’? Mi dai il numero di cellulare che una volta organizzo un incontro con Sara? E magari ci fai conoscere il tuo uomo. –

– Sara l’ho incrociata stamattina. Era tantissimo che non vedevo anche lei. – ormai Federica si era già alzata in piedi e stava raccogliendo la sua borsa. – Magari mi faccio viva presto e ci ritroviamo. –

– Anch’io è parecchio che non vedo Sara.  Magari organizziamo e veniamo a trovarvi. A me e a Sara farà di sicuro piacere incontrare la vostra coppia felice. Noi siamo capaci di vivere solo mozziconi di relazioni. – Monica allungò un sorriso come per condividere della bonaria invidia. – Sono sicura che sarebbe una bella occasione per riallacciare i rapporti. –

– Coppia felice! – Federica fece un sorriso forzato – Ultimamente mi ha detto che si è risentito con una sua vecchia amica. So che non c’è nulla, ma io sai come sono fatta. Basta un niente e vado in ansia. –  Le si chinò sopra dandole due baci sulle guance. E sussurrandole “Ora vado” .

Stava già allontanandosi, ma giunta ad una decina di passi, si fermò, ruotò la testa verso Monica ancora seduta, e, quasi mossa da un ripensamento, le disse con voce nitida:

– Comunque hai ragione: Giacomo non lo rivedrai mai più! Non te lo farò incontrare! – e svoltò l’angolo pensando con soddisfazione al gelo dell’inverno in arrivo.