Un difetto delle donne

Un difetto delle donne

Da alcuni anni a questa parte sono andato consolidando un’ammirazione sempre più convinta nei confronti delle donne. Lo so, e non voglio proprio addentrarmi nelle discussioni relative agli errori che sicuramente si compiono quando si generalizza, tuttavia io credo sia un fatto incontrovertibile che l’energia che sprigiona da una donna, la flessibilità del suo pensiero e la comprensione ampia e intuitiva del mondo che la circonda sono tutti elementi chiaramente più sviluppati nel genere femminile e a mio avviso difficilmente confutabili.

Non sto parlando solo di valutazioni in media, né sto collocando queste mie convinzioni nel contesto di un qualsiasi ipotetico antagonismo tra i generi. Sono convinzioni che più tempo passa più si radicano. Il genere maschile ha altri pregi, differenti. Anzi forse, mi verrebbe da dire, il genere maschile tende ad essere molto forte su alcuni tratti caratteriali che per loro natura sono bivalenti. Possono essere a seconda della circostanza e del campo di applicazione un grande pregio oppure una funesta sventura. Ma l’obbiettivo di questo articolo è quello di accendere un piccolo riflettore su una sfiga comune a quasi tutte le donne e quindi degli eventuali pregi degli uomini, ammesso che ce ne siano, per oggi ci dimentichiamo. Dei difetti degli uomini, poi, non ci possiamo proprio occupare in questo blog, perché questo luogo virtuale, come dichiarato in un vecchio articolo, concede spazio solo ad articoli di dimensione contenuta. 😉

Bene, veniamo al sodo. Nel tempo ho vissuto sulla mia pelle e ho visto in mille casi quella che mi sembra una caratteristica peculiare e diffusissima in tutte le donne. E’ un tratto che compare quasi dal nulla e rimane seminascosto dietro ai loro modi gentili e alla dolcezza, sensibilità ed eleganza che contraddistingue il loro agire.

Non so se vi è mai capitato di osservare, ma, quando una donna raggiunge un adeguato livello di confidenza con una persona, specialmente se dell’altro sesso, arriva sempre il momento in cui si fa strada in lei una convinzione inamovibile. La certezza che solo lei sa cos’è bene per la persona che ha vicino. Più della persona stessa.

Che sia un figlio, un amico, un amante, un marito o qualsiasi altra figura a lei vicina a cui lei vuole dell’affetto sincero, in lei scatta in automatico questa improvvisa visione profonda di cosa sia necessario a quella persona per stare bene, per essere completa, per vivere serena e non commettere errori.

Io credo che questo sia un effetto collaterale, sicuramente tollerabile, ma estremamente spiccato e a tratti limitante, del gene della maternità che esse portano fortunatamente con sé.

Senza questo effetto collaterale molte di loro sarebbero assolutamente perfette.