La meccanicità della vita

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La vita è soprattutto un susseguirsi continuo di momenti, per ognuno dei quali, al di là dell’intensità con cui riusciamo a viverli, si costruisce l’essenza della nostra esistenza. Tutto scorre apparentemente guidato dalle nostre scelte e dalla complessa interazione con le persone che abbiamo vicino, fino a creare un percorso non dissimile a quello che segue un treno. Noi saliamo in una carrozza, mai sulla motrice, e al più possiamo scegliere di scendere alla prima, alla sesta o alla decima città sul percorso. Altro non ci è dato.

Poi ci sono pochi, strani passaggi, in cui capisci appieno che ognuno di noi si ferma per un po’. Deve fermarsi per il tempo necessario a capire dove si trova. In quei frangenti siamo  pienamente coscienti che la meccanica sequenza di eventi della nostra vita è più che altro una convenzione stereotipata di ciò che vorremmo essere. E’ lì che si sperimenta il desiderio folle di tirare la leva del freno di emergenza del treno, per poter scendere in mezzo ad una campagna sconosciuta e respirare un po’ di aria inattesa.