Lasciare l’impronta

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Le dinamiche moderne

Un tempo non era così. Non è la prima volta che un articolo inizia con questa frase. E temo non sarà nemmeno l’ultima. Chi nel passato voleva affermare i propri talenti doveva arrovellarsi per anni con quella parola, gavetta, che già solo a pronunciarla veniva il “latte alle ginocchia”.

Specialmente nell’arte, nella musica e nella recitazione, un tempo per avere anche solo un minimo successo bisognava fare un percorso ad ostacoli tutt’altro che scontato. Spesso ci voleva una coincidenza fortuita, l’incontro casuale con un talent scout o la forza emotiva di non mollare mai o, in alcuni casi, la forza di rinunciare ad un pezzo del proprio orgoglio per assecondare qualche ricatto per veder riconosciuti i propri meriti.

A volte, tante volte, i riconoscimenti arrivano anche a chi non meritava nulla.

Oggigiorno non saprei dire se le cose siano realmente cambiate. A dire il vero non credo ci sia stato ancora un cambiamento effettivo in queste dinamiche. Ma, in ogni caso, il processo di selezione del talento si sta modificando profondamente. Specialmente in tutti quegli ambiti in cui l’originalità si può intuire anche solo guardando una pagina web, quelli sono gli spazi dove le regole di un tempo non valgono più. E le persone, i giovani soprattutto, vivono e vivranno sempre di più un luogo dove lasciare il loro segno.

Non sarà facile. La concorrenza diventerà di ordini di grandezza più agguerrita di oggi. Bisognerà fronteggiare non più i grandi produttori della musica, del cinema e delle altre arti, ma i grandi distributori di contenuti: i Facebook, i Google, gli Youtube e quelli che verranno. Che decidono e decideranno sempre più chi deve vedere cosa. Ma non c’è dubbio che la possibilità di creare e condividere la propria creatività saranno immense.

Ci sono un’infinità di esempi in rete. Ad esempio nella musica, le cover fatte da ragazzetti carichi di entusiasmo e di grandi qualità a volte appaiono pure migliori degli originali. E ci sono anche tanti casi in cui si capisce che la differenza tra un grande artista e un potenziale grande artista, nel mondo di oggi, non è poi così tanta.

Cito un esempio in cui mi sono imbattuto assolutamente per casualità, dove la casualità è fatta sempre dalla proposta sapientemente guidata dalla Rete. Una ragazza,  Molly Kate Kestner, ha scritto e cantato un pezzo interessante, da molti punti di vista. Quando l’ho ascoltato la prima volta, ho fatto fatica a non associarlo al film Interstellar, anche se riconosco che i punti di contatto sono inesistenti. Eppure, ho ascoltato un pezzo musicale di una ragazza perfettamente sconosciuta e ho provato emozioni molto simili a quando ho visto, sempre in Rete, il trailer di quel film.

Un tempo non era così.