Ritorno a Facebook City

 CelebratePride2

Non moltissimo tempo fa sono uscito per un po’ da Facebook.

Nello scorso fine settimana, credo in conseguenza di qualche impostazione fatta a suo tempo in fase di partenza, FB ha pensato bene di riattivarmi. E io ho accolto la notizia con una naturale serenità, senza ansie, né aspettative di sorta.

Facebook è un luogo meraviglioso, la sua efficacia è senza precedenti. E’ una specie di propulsore emotivo di attese disattese e ricordi radicati. E una volta rientrati, sono sufficienti pochi minuti e tutti i pensieri che ti avevano portato lontano da Facebook City si rimaterializzano nella tua mente nitidi come un tempo.

Meno nitido, devo dire, è l’aspetto che ho ritrovato in molti miei amici. Non so se sia stata la lontananza dalla mia amicizia virtuale, una specie di lutto in onore della PJassenza, non so se la frequentazione Fb genera a lungo andare degli effetti che noti solo se non ne fai parte, ma devo dire che quando sono entrato ho capito subito che c’era qualcosa che non andava.

Le possibili spiegazioni per questo evento sono moltissime e nel formularle bisogna sempre tenere presente la viralità dell’habitat naturale in cui vive il popolo di FB City. Perché, nella vita reale, appena uno di noi viene colto da un qualsiasi virus che lo fa starnutire tre volte, viene messo in quarantena, emarginato, invitato caldamente a fruire di inutili antibiotici, per poterlo poi additare a possibile veicolo pandemico. Nella vita virtuale,  se una persona viene colta da un nuovo virus (di originalità), il fenomeno è opposto. Tutti si fanno contagiare, vogliono entrare nella moda a piè pari, quando sono ancora sotto al cinquantamillesimo posto, perché se superano quel limite, arrivare dopo, è un’onta e un disonore. Nessuno si ricorderà che sei stato tra i primi a costruire la moda e lascerai lo spiacevole dubbio di esserti aggregato solo per paura di non essere considerato una persona con la degna sensibilità. Spesso chi rimane indifferente al movimento massonico globale pro-qualcosa, viene portato piano piano, mano nella mano, di discussione in discussione, nella riserva indiana dei “diversi”.

Magari qualcuno si inventa un movimento modaiolo pro-gay d’oltreoceano per l’uguaglianza dei diritti (idea benemerita e sacrosanta, intendiamoci; e non ci sarebbe da meravigliarsi se dietro queste facce smunte dei miei amici, per lo più etero e per giunta italiani, ci sia proprio questo). Partita la moda, tutti corrono a scimmiottare qualche simbolo, e chi rimane con il suo vecchio avatar dai contorni nitidi e bei colori accesi inizia a sentirsi un escluso, un untore al rovescio, una mosca bianca.

Comunque, a distanza di un paio di giorni dai primi avvistamenti, rimango ancora nel dubbio su cosa possa aver sbiadito così tanto i miei amici. I ricordi di un vecchio film, Indipendece Day, potrebbero far pensare che, sempre, quando le immagini diventano sfocate e piene di distorsioni la colpa è di una razza aliena che sta per invadere la Terra e sterminare l’Umanità intera.

Oppure come sostiene qualche agenzia giornalistica e scandalistica si tratta solo di una gigantesca operazione di web marketing e indagine di mercato per scoprire le tendenze in fatto di colori ingialliti (e non solo) della totalità degli abitanti della City.

Io penso però che la risposta buona sia quella più semplice. In un altro film, Contact,  si cerca di applicare il principio del Rasoio di Occam ad ogni puttanata. E così faccio anch’io.

Io sono stato via un po’. Quando si sta decorosamente bene si fa fatica ad avere una percezione esatta dello scorrere del tempo. E forse in questo caso, il periodo trascorso lontano da FB, è stato molto più lungo della mia percezione, abbastanza più lungo da far sì che le emulsioni fotografiche delle Polaroid utilizzate dagli amici per aggiornare il loro profilo siano semplicemente andate a male. Sembrano quasi foto d’altri tempi.

E Facebook è così, autentico, non ti fa vedere le cose che non sono. Nessuno si vergogna se la sua foto profilo fa un po’ schifo (ma il termine giusto era un italianizzabile “cagare”).

Mosso da questa certezza, di aver trovato la soluzione semplice che spiega tutto, vi confesso, non credo mi toglierò da FB City per un bel po’. Non vorrei proprio rischiare di trovarmi talmente bene lontano da essa fino a perdere la nozione del tempo così tanto da scoprire, alla prossima riattivazione, attraverso gli ultimi post super eccitati, che la Fine del Mondo sia già passata. Sai che delusione sarebbe non sapere in diretta che tutto è finito?

10 thoughts on “Ritorno a Facebook City

  1. camille 30 Giugno 2015 / 10:35

    Bellissimo. Acuto e molto ironico, come sempre.
    Dovesse venire la fine del mondo sarai il primo a ricevere un SMS! 😉
    La sfida potrebbe essere battere Facebook sul tempo! 😀

    • pjperissinotto 30 Giugno 2015 / 11:10

      Grazie, Camille. 🙂
      Eh, eh, sarebbe bello ma non credo riceverò Sms alla Fine del Mondo. Figurati se gli lascio il mio numero di cellulare a FB! 😉

      • camille 30 Giugno 2015 / 16:54

        Io non pensavo nemmeno lontanamente che FB dovesse avere il tuo numero, ci mancherebbe! Sarebbe pura follia!
        Pensavo che fossero gli amici a mandarti sms battendo sul tempo FB. Una botta di vita che gli avrebbe colorito il viso… 🙂

  2. Diemme 30 Giugno 2015 / 11:36

    Hai colto il punto (tanto per cambiare). Ha incominciato uno, poi due, poi tre… alla fine mezzo mondo fb aveva il profilo fatto a strisce colorate, i colori della classica bandiera “della pace”, peraltro strumentalizzata e piegata a mille altri significati, non sempre propriamente pacifici.

    Ma senza molto pensare, gli utenti hanno dato in pasto il proprio avatar al “trasformatore”, alimentando un altro fenomeno che si tenta di far passare da una parte, di rifuggire dall’altra: l’omologazione. Tutti quegli avatar, improvvisamente, avevano perso la loro peculiarità, differivano di ben poco l’uno dall’altro, erano diventati difficilmente distinguibili.

    Carino il tizio che ha commentato, molto semplicemente: “Me state a fa’ ceca’!”. 😯

    • pjperissinotto 30 Giugno 2015 / 12:07

      😀 Simpatico e condivisibile commento quello del tizio.

      Ieri sera, chiacchieravo con mia figlia, e casualmente è uscito lo stesso tema. Lei osservava tutta una serie di incongruenze dell’FBmondo, e mi raccontava del recente successo ottenuto da Obama contro gli osteggiatori del suo discusso tentativo di riformare la sanità nello stesso paese da cui arrivano queste noiose strisce colorate. Mi raccontava che la terza causa di morte negli Usa è l’errore medico (perché se non hai i soldi va un po’ così) ed era sorpresa che a seguito della sentenza recente nessuno si fosse messo nemmeno un asterischetto insignificante nella sua foto profilo. 😉
      Una osservazione che mi ha portato a pensare che anche lei aveva colto il punto.
      E’ che in questo mondo il pensiero estetico e recidivo sta soppiantando ovunque la sostanza a favore della da te ben citata Omologazione.

  3. gigifaggella 1 Luglio 2015 / 11:33

    Ironico e saggio… Come sempre succede, un’idea, un mezzo potenzialmente utile ed efficace, appena se ne vedono le potenzialità enormi, viene sfruttato in modo distorto ed a fini di controllo delle masse con i risultati che hai giustamente evidenziato. Tanto per fare l’esempio più classico, mi viene in mente l’energia atomica. Le persone barattano un posto in vetrina con tonnellate di informazioni personali che vengono vendute ed usate dal marketing consumistico…gli schiavi del nuovo millennio insomma…. Io tengo aperto il profilo solo perché mi fa da agenda per certi compleanni. Stop. Un abbraccio PJ

    • pjperissinotto 1 Luglio 2015 / 13:13

      😀 Gli schiavi quasi felici del nuovo millennio. Ottima osservazione, estremamente rotonda. Concordo pienamente.
      Mi fa ridere che tieni aperto il profilo fb come agenda per certi compleanni … qualche mese fa, agli albori di questo blog, avevo scritto un raccontino brevissimo su un tema molto simile ;-D https://sincronicita.wordpress.com/2015/01/05/reminder-facebook-2/
      Un abbraccio, Gigi. Alla prossima.

      • gigifaggella 1 Luglio 2015 / 13:35

        leggo subito… 😉 Ciao PJ

    • pjperissinotto 1 Luglio 2015 / 13:18

      Grazie Diemme per la segnalazione,
      si direbbe che ci avessi preso a citare tra le possibili cause di ingiallimento dei miei amici, proprio la lungimirante, visionaria dedizione di Fb nei confronti della scienza sociale. 😀

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