Gli amici che ci sono vicini assolvono a tantissimi piccoli compiti nei nostri confronti, a volte senza nemmeno averne piena coscienza. Può capitare, ad esempio, che grazie alla loro frequentazione arriviamo a conoscere aspetti della realtà che ci circonda di cui non immaginavamo proprio l’esistenza.
Mi è capitato diverse volte di imbattermi nei preparativi alla partenza attraversando nei periodi autunnali i tratti di autostrada un po’ sperduti a ridosso dei lunghi filari di tralicci dell’alta tensione. Sequenze interminabili di uccelli al calduccio degli sfrigolii energetici, pronti a salpare verso nuovi più adatti habitat stagionali. Quando assistevo impotente alla loro repentina partenza rimanevo sempre estasiato. La sincronia di intenti di migliaia di volatili che si staccano all’unisono da un filo sospeso in aria per formare un bolo aereo dalle movenze armoniose, richiama dentro noi stessi una sensazione di sconcertante sorpresa come al manifestarsi della magia. Ci aspetteremmo che la perfezione debba seguire necessariamente le schematiche regole del mondo umano, e invece, vedere l’ordine generarsi dal nulla in cielo, in completa assenza di qualsiasi circolare informativa che ne coordini l’azione, ci lascia senza fiato.
Negli ultimi anni ho la sempre crescente percezione che tra il nostro mondo e la Natura ci sia una dicotomia sempre più marcata. L’Uomo plasma tutto ai suoi bisogni, compie scempi tremendi, si inventa allevamenti di bestiame grandi come una regione italiana, dove gli animali non sono quasi nemmeno più animali, abatte foreste, crea foreste di palma. Non si ferma.
Parallelamente allo strapotere dell’uomo, si sviluppano silenziosi strani fenomeni di segno completamente opposto. Esci dalla porta di casa, passeggi lungo qualche argine poco più lontano della scuola dove porti tuo figlio, e ti imbatti in questi uccelli enormi. Aironi cinerini, garzette, volatili di cui non conosco nemmeno i nomi, esseri sempre più spavaldi che con i loro lunghi becchi sembrano quasi sbuffare al tuo passaggio perché devono sfoggiare la loro apertura alare per farsi più in là. Ogni anno sono sempre di più. Ma quando ero ragazzetto, di loro, nemmeno l’ombra.
Oppure ritorni nel paese di montagna dove hai trascorso momenti spensierati nella tua infanzia, e lo scopri improvvisamente assediato dal bosco. Un tempo intorno alle sparute case c’erano prati, sentieri e donne di ritorno dalla foresta con lunghi rami secchi per ravvivare il fuoco appoggiati sulle gerle. Ora gli alberi sembrano voler entrare direttamente dentro le case con i loro tronchi. Un tempo l’uomo curava la natura intorno al proprio ambiente, ora invece tagliare le piante e l’erba dei prati, ingegnarsi nel contenimento delle frane e delle intemperie non sono attività remunerative. L’uomo non fa più quello che è utile, fa solo quello che gli rende denaro. E negli anni passati evidentemente si è reso necessario aprire troppe gelaterie in Germania. La Natura se ne è accorta e ora si sta riprendendo i suoi spazi.
L’Uomo si concentra nei grandi agglomerati urbani, dove la vita non è più quella delle sue origini naturali, è diventata una specie di disegno architetturale di bisogni e sogni studiati a tavolino negli headquarters della crescita del PIL del mondo. Ma la Natura, è molto chiaro, di tutto questo se ne frega. Sorniona sviluppa le sue piccole mosse per occupare tutti gli spazi che le vengono lasciati. C’è una vera dicotomia in atto tra il mondo umano civilizzato e l’essenza biologica del divenire.
Quando, diverso tempo fa, un’amica mi ha fatto conoscere un fenomeno naturale di cui non avevo mai saputo l’esistenza nonostante i miei più di quattro decenni di orgogliosa presenza cosciente in questo mondo, devo dire che sono rimasto molto colpito. Sono rimasto estasiato perché il fenomeno è mozzafiato, pazzesco. Sono rimasto colpito perché in questo nostro mondo cose così, questi murmurations, non interessano più, non ci si possono forse fare abbastanza soldi, io credo. In luoghi particolari, forse nemmeno così lontani da quelli in cui viviamo, molti disgiunti stormi di uccelli a volte si combinano in una danza frenetica e armoniosa, che coordina migliaia e migliaia di esseri. Si muovono nell’aria mossi da chissà quale recondita spinta che li porta a disegnare nel cielo delle geometrie perfette. E al mio spirito un po’ sognatore sembrano l’espressione di una straordinaria gioia di gruppo. Limiti inarrivabili per le nostre esistenze sociali.
E sono rimasto molto colpito perché un fenomeno così è talmente dicotomicamente disgiunto dalla nostra realtà di tutti i giorni che non esiste nemmeno un termine italiano per indicare questi murmurations. Guardi il video è ti commuovi pensando che è uno spettacolo pazzesco, ma non sai nemmeno bene che nome dare a quello che vedi .
Oltre a lasciare incantati, questo filmato riesce a trasmettere la gioia e l’incanto che hanno provato le due ragazze. Altre informazioni emozionali che passano e arricchiscono
E’ un’osservazione perfetta. Una parte importante dell’emozione del video passa per l’emozione quasi solida che provano le due ragazze.:-)
E’ quello che rende questo video particolare rispetto ad altri, di questo argomento, che trovi in rete.L’emozione finale delle due ragazze ti imprime dentro la grandiosità alla quale hanno assistito ed è come se anche tu fossi stato lì con loro sul lago 🙂
Già! Lì con loro sul lago :-).
Hai colto nel segno! L’uomo si comporta cone quei virus che sfruttano l’organismo ospite fino a provocarne la morte, azione che porta ineluttabilmente alla fine del virus stesso!
Ciechi e stolti, benché boriosi e saccenti, gli uomini non apprezzano la bellezza della natura e della simbiosi tra tutti gli esseri viventi che millenni di evoluzione ha perfezionato!
Impareremo mai a rispettare le regole del buon vivere?
Grazie per la riflessione, PJ.
Da certi piccoli segnali sospetto che la Natura potrebbe forse a lungo andare proprio fregarsene della cecità degli uomini. Vado sugli argini a correre e ultimamente anche le anatre selvatiche non si fanno più da parte quando passo. Anzi ho il sospetto quasi che mi vogliano sfidare. 🙂
Stuzzicata dal tuo articolo sono andata a vedere se c’era una traduzione in internet. Murmur significa sussurro, e ci potrebbe stare, anche se sembrerebbe quasi un suono onomatopeico, ma quando mi sono imbattuta nella frase: “A flock of starlings is called a murmuration” sono rimasta affascinata dalla bellezza di questa frase, e anche se si potrebbe sicuramente tradurre, è molto più poetica così. E forse anche lasciarla non tradotta è un modo per lasciare alla Natura lo spazio che si merita.
Molto profonde le osservazioni sulla dicotomia tra Natura e Uomo.
In particolare mi ha colpita questo passaggio: “L’Uomo si concentra nei grandi agglomerati urbani, dove la vita non è più quella delle sue origini naturali, è diventata una specie di disegno architetturale di bisogni e sogni studiati a tavolino negli headquarters della crescita del PIL del mondo.” Oltre ad essere scritta meravigliosamente, è una triste ed avveduta sintesi di ciò che siamo diventati e da cui non riusciamo a sottrarci.
Grazie per questa riflessione PJ.
Grazie mille, Camille. Nonostante sia contrario alla credenza comune io sono convinto che arriverà il momento in cui l’Uomo ritornerà in equilibrio con la Natura. In una forma diversa da quella che immaginiamo oggi, con i tempi lunghi necessari a trasformare la confusione in evoluzione, ma credo succederà.
io non voglio illudermi, perché troppo spesso le mie illusioni si sono trasformate in amare constatazioni, ma lo voglio sperare ardentemente! 🙂
PJ questo post mi ha messo i brividi… una meraviglia di filmato e di parole che aprono una finestra su cose trascurate ma che dovrebbero farci porre domande fondamentali. Cosa guida quegli stormi di uccelli in quella danza meravigliosa? Come comunicano? Perché ci deve essere una forma di comunicazione tra loro che noi, umani pieni di boria e di certezze, non conosciamo. Eppure esiste, e quella realtà l’abbiamo sotto gli occhi, ne abbiamo la prova. Ma non ci interessa cercarla, noi pensiamo al denaro, ad altre cose che ci distaccano sempre di più dal mondo VERO. Il nostro è un mondo fittizio, povero, vuoto…oserei dire lontano sempre più dalla realtà.
Ma io sono fiducioso…fino a quando ci saranno persone come te, come noi, che si porranno simili interrogativi che gli atri potranno deridere ma che non si possono ignorare il mondo ha ancora speranza…
Un abbraccio…sono sempre contento di scoprire che hai nuovi argomenti su cui far riflettere….
Gigi, un commento perfetto, molto gradito. 🙂
abbiamo pensieri, idee ed argomenti molto simili PJ…sono contento di condividere questi pensieri…