Lei era come una abat jour, la mia personale abat jour. Ogni volta, come ad esempio accadde in quei lunghi mesi, quando decideva di spegnersi, tutto il mondo intorno a me assumeva il sapore dell’impenetrabile notte.
Così, mentre brancolavo nel buio, finii per incocciare il mio alluce sulla gamba dello scrittoio e allora fu facile decidere di lasciarla andare.
Ahia! Quelli sono dolori! ?
Già! Da qualsiasi parte li si prenda. 🙂
la sospensione finale …. che patos….
“e allora fu facile decidere di lasciarla andare”…. ma cosa … la abat jour? Nel senso che la lasci andare come si fa con il caro estinto? La lasci andare nel senso che ti cadde di mano? Oppure la lascia andare… la bestemmiona?
Sei sempre un grande PJ…
In questo caso magari il finale lascia la porta aperta a tutte queste interpretazioni perché sono tutte vere contemporaneamente. Chi può dirlo? 🙂
Fik sei sempre un mio grande estimatore, con questo se non erro fanno cinque stroke positivi. Va bene allora, la prossima birra la pago io. 😀 😉
Volevo mettere un lol ma poi mi sono venuti pensieri tristi… come quando qualcuno che abbiamo amato tanto, un genitore per esempio, si ammala, e va accudito costantemente, e diventa un peso, e allora l’amore che gli portavamo in un certo senso cambia forma, ci diventa più facile pensare di perderlo e finiamo con l’augurarci, per dirla con le parole di tutti, che “smetta di soffrire”… :'(
Non era mia intenzione suscitare pensieri tristi. A volte lasciare andare persone o cose non è un atto triste ma solo un riconoscimento del loro diritto ad essere quello che il loro destino ha deciso che esse siano. La tristezza regna da altre parti.
🙂
La profondità del dolore, forse la frattura….
…. e il segnale che per muoverci nel mondo dobbiamo cercare la luce intorno a noi.
Povera abat jour. …aveva deciso di andare in pensione….?
E tu l’hai fatta fuori! ?
Temo che un giorno il governo userà la stessa politica….?
Un saluto!
Non è che io l’abbia fatta fuori, direi piuttosto che anche un’abatjour, quando crede che la scelta migliore per lei sia l’oscurarsi, dobbiamo accettare che quella è la sua scelta e noi dobbiamo accettarla.
Un salutone a te, Emaki!
Mi sembra giusto, hai rispettato la sua scelta…avevo interpretato male la morale della storia….?
Le storie possono avere molte morali, questa era quella che vedevo io, ma altre possono convivere dietro lo stesso racconto. Perché spesso gli elementi che abbiamo a disposizione per intuire la morale non sono nemmeno così sufficienti a sapere nulla per certo.
Ed è proprio questa “incertezza ” la parte più affascinante, perché apre la nostra mente alle infinite possibilità della realtà, io credo…?
Sei molto saggia, cara Emaki. L’incertezza è la chiave per sondare la realtà.
È il bello della vita! ?