Stai al tuo posto

Me ne ero accorto subito. Eppure sapeva bene quanto ci tenessi ai miei attrezzi. Sapeva anche che le volevo bene, certo, e forse per questo aveva creduto di poter fare tutto ciò che desiderava con le mie cose senza chiedere il permesso. Ma si sbagliava. Eravamo sposati già da alcuni anni, quando quel giorno aveva prelevato un po’ di tutto dal mio capanno: cacciaviti, chiavi inglesi, scalpelli e martelli. Per fare cosa poi non so. Prima che arrivassi a casa aveva già riposto tutto. Malamente, alla rinfusa, senza nessun ordine. Quella fu la prima volta che la picchiai e, devo dir la verità, fu davvero facile. Alla fine avevo perso quasi completamente la sensibilità alla mano destra, il palmo mi friggeva, ma ero certo che non avrebbe mai più sfiorato la mia ferramenta senza il mio permesso.
Avevo ragione! Da allora non l’aveva più toccata. E così oggi sono certo che presto finirà anche di lasciare, ogni dannato giorno, le sue chiavi di casa sparse sul mobile in ingresso. Perché, appena rientrerà in casa dall’orto, oggi saremo certi che sarà stato l’ultimo giorno in cui le avrò lasciato fare liberamente anche questo.

21 thoughts on “Stai al tuo posto

  1. Fik 18 Luglio 2016 / 21:09

    Spiazzante, originale, arguto…. E anche crudo, attuale e spaventoso. PJ che dire, come sempre mi sorprendi ?
    Credevo in una storia surreale sugli attrezzi … e invece sono piimbato in un racconto noir, estremamente attuale.
    Grazie per questo bel racconto, per avermi dato un piacevole momento di rilfessione.

    • pj 18 Luglio 2016 / 21:14

      Soprattutto crudo e spaventoso. 😉

  2. Silvia 18 Luglio 2016 / 21:10

    Tragicamente realistico purtroppo, ci sono “bestie” che ragionano così!
    Buona serata.

    • pj 18 Luglio 2016 / 21:15

      Già, si tratta di vere bestie da cancellare dalla faccia della terra.
      Buona serata, Silvia. 🙂

    • pj 18 Luglio 2016 / 23:56

      Crudele e molto malvagio.

  3. Io e il Signor H 19 Luglio 2016 / 0:39

    Terribile. Pensare che davvero per certi individui funziona così mi fa rabbrividire… ?

    • pj 19 Luglio 2016 / 6:35

      Fa rabbrividire perché la codardia rende cieco l’uomo malvagio e il male che scorre senza freni sconcerta, sconvolge e ci porta per reazione nel terreno per noi disagevole dell’odio.

      • Diemme 19 Luglio 2016 / 13:53

        Brrrrrr!

  4. Diemme 19 Luglio 2016 / 14:23

    Una mia conoscente, persona molto buona e affettuosa ma profondamente esaurita (mi racconta che aveva un’invalidità riconosciuta piuttosto consistente per il disagio mentale), mi disse di essere fidanzata con un “professore” (credo fosse docente universitario, forse). Ammetto che mi chiesi come mai donne di tutti i tipi trovano uomini anche di pregio (apparentemente…), mentre io ho praticamente trascorso tutta la mia vita in solitudine, ma poi la risposta arrivò, in questo come in molti altri casi: uomini perversi, malati, abusanti, che l’unica cosa che cercano in una donna è la soggezione, fisica e psicologia.

    Ho iniziato a scrivere con l’intenzione di raccontarti uno dei tanti episodi del rapporto di questa donna con quella merda d’uomo, ma il cuore non mi regge, mi vergogno io a raccontarlo, figuriamoci la poveretta a subirlo: una sessione “educativa”, se vogliamo anche peggio, nel senso di meno violenta ma più perversa, di quelle che tu hai raccontato.

    • pj 19 Luglio 2016 / 16:03

      Di professori violenti, di uomini di “apparente pregio” e “certa perversione e cattiveria”, il mondo è pieno zeppo. Forse proprio per questo mi piaceva l’idea di questo raccontino lampo. Una violenza forse inusuale, ma letta in maniera personale, porta naturalmente la mente a non giustificare tutte quelle angherie fisiche e non fisiche che popolano questo mondo. Non devono essere raccontate, l’unico obbligo è non ignorarle.

    • pj 19 Luglio 2016 / 20:48

      Purtroppo!
      Grazie Dora! 🙂

  5. fulvialuna1 19 Luglio 2016 / 23:27

    E mi è passato un brivido dietro la schiena…attrezzi da lavoro,non so perchè mi hanno fatto pensare a strumenti di tortura…chiavi, mi hanno fatto pensare a quell’orto pieno di sole che verrà sbarrato per sempre da una serratura chiusa.
    Una triste e reale riflessione mi hai posto nella mente.

    • pj 20 Luglio 2016 / 6:01

      In effetti quella ferramenta è stata presa nel raccontino perché è un po ‘ il simbolo di una certa diffusa ottusità maschile. E nelle mani di un uomo violento diventa facilmente strumento ideale di minaccia per chi gli sta vicino in balia tra il ricordo dell’amore di un tempo, la paura della solitudine e il bisogno di allontanarsi da tutta quella codarda violenza.

  6. tramedipensieri 22 Luglio 2016 / 13:45

    già…basta un pretesto qualsiasi…
    eppure, leggendo…speravo di trovare una sorpresa finale…

    ciao
    .marta

    • pj 22 Luglio 2016 / 14:09

      Lo so, non è da me lasciare un finale senza sorpresa finale. Ma i tre lettori che mi leggono ormai, dietro le quinte, dicono “Si, va bene, il solito finale a sorpresa. Che cosa scontata!Che noia!” Così questa volta ho pensato: niente finale a sorpresa, perché il male non dorme mai.
      P.S. Sempre dei sound apprezzatissimi i tuoi …
      Ciao 🙂

      • tramedipensieri 22 Luglio 2016 / 16:18

        Hai fatto bene ?

        Grazie
        Ciao
        .marta

  7. emaki81 24 Luglio 2016 / 16:45

    Terribile. ..un’estrema ricerca di controllo, camuffamento di un animo debole, che teme di mancare di considerazione….?

    • pj 24 Luglio 2016 / 16:51

      Terribile “camuffamento di un animo debole” … definizione perfetta.
      Ma in ogni caso non bisogna avere troppa comprensione per questi “animi deboli”.

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