Un paio di giorni fa, mentre venivo a Milano, per una serie di sincronismi, ho accompagnato la mia auto a compiere i chilometri (333.333) in riva al Lago di Garda. Vi risparmio i particolari del piccolo evento di questa mia esistenza, festeggiato con birra e tramezzini di autogrill, sotto l’influsso di sentimenti contrastanti tra l’autoironico, l’incredulo e il soddisfatto. La verità è che stiamo parlando di qualcosa come 4,8 volte la circonferenza della Terra percorsa in auto nei miei spostamenti degli ultimi due anni. 🙂
Evidentemente i miei genitori non potevano immaginarlo, ma quando mi hanno messo in mano a dieci anni i romanzi di Jules Verne “Ventimila leghe sotto i mari” e “Il giro del mondo in 80 giorni” io mi sono appassionato e si è compiuta una sorta di sinistro imprinting.
E’ la seconda volta nella vita che mi ritrovo a guidare un’auto che ho portato fino a superare la soglia psicologica di questi trecentotrentatremilachilometri. La prima volta ero assai più giovane e l’evento mi è passato vicino senza particolari riflessioni. A suo tempo questa meta era arrivata in maniera molto più graduale, in molti più anni e con una dinamica molto più naturale. Ora è stato tutto diverso. Si è trattato di un accadimento arrivato nel tumulto esistenziale, ricchissimo di riflessioni e di collegamenti.
Lo so, molti potrebbero pensare a quanto di sbagliato ci possa essere nel condurre una vita così poco attenta ad alcuni degli aspetti più banali della ragionevolezza. Vi posso garantire che ci sono veramente tanti diversi risvolti tutti sbagliati. I rischi, gli impatti ambientali, lo “spreco” di tempo, e se continuassi non rimarrebbe più spazio per altre parole in questo articolo. E so anche perfettamente che la grandissima maggioranza di persone, trovandosi al mio posto, sarebbe stata molto più saggia e avrebbe trasformato l’esigenza lavorativa in opportunità, avrebbe colto l’occasione per diventare, almeno un po’, cittadina di un’altro luogo. La ricchezza e la nostra crescita si ottengono anche cambiando le prospettive e favorendo il cambiamento.
Lo so, è tutto vero, però, ci ho pensato molto mentre sulle rive del lago riflettevo sull’evento: ha molto senso questa mia vita degli ultimi due anni trascorsa quotidianamente in due punti diversi della cartina geografica d’Italia. Non avrà un gran significato per la maggioranza delle persone, questo è certo, però io credo che nella vita non dobbiamo sempre ancorarci a quanto sia ragionevole fare, a quanto sia ovvia e saggia la consuetudine. Penso semplicemente che ognuno di noi ha un suo modo di esistere interiore che deve assecondare. Per stare bene con sé stesso, per trovare l’armonia anche nelle difficoltà, per non dimenticare che il sentimento deve avere uno spazio importante se non nella misura del tempo a sua disposizione almeno in quello dei desideri da perseguire.
Complimenti! 🙂
Grazie 🙂